Capitoli
- Significato del termine disortografia
- Differenza tra disgrafia e disortografia
- Disortografia: esempi di errori
- Quando preoccuparsi per la disortografia?
Hai aperto uno dei quaderni di tuo figlio e ti sei preoccupato per la quantità di sottolineature con la penna rossa? Frequenti errori ortografici potrebbero essere la spia di una disortografia. Scopriamo cos’è.
Significato del termine disortografia
Dislessia, discalculia, disgrafia, disortografia… Si parla molto dei disturbi dell’apprendimento ultimamente, ma si rischia spesso di mettere tutto nello stesso calderone: uno studente “dis” ha problemi a leggere e scrivere, chiusa la questione. 🤔
Non è esattamente così, però, e questo è uno di quei casi in cui i puntini sulle “i” vanno messi: non tanto per puntiglio quanto per precisione, poiché da un inquadramento preciso del problema deriva un intervento altrettanto puntuale sulle difficoltà di un bambino o di un ragazzo che fatica ogni giorno sui libri.
La disortografia, sebbene possa essere considerata meno “invalidante” di una dislessia o di una discalculia, può creare non pochi problemi di produzione scritta, con relativa ripercussione sul rendimento scolastico. Tutto ciò, ovviamente, se non viene riconosciuta e diagnosticata per tempo.
A proposito di diagnosi, ecco il significato del termine disortografia: si tratta di un disturbo della scrittura che si manifesta con un frequente numero di errori ortografici, lessicali, fonetici e fonologici e che deriva da un deficit nell’automatizzazione del meccanismo di conversione del fonema in grafema. 🧐
Ovvero, uno studente sente una parola e la comprende in maniera corretta (la associa cioè al significato corretto), ma non è in grado di scriverla correttamente, pur conoscendo le regole grammaticali. Il risultato? Scritti pieni zeppi di errori ortografici e non, una produzione scritta molto al di sotto del livello di apprendimento generale.
Va sottolineato (con la penna rossa!): la disortografia non è mancanza di attenzione né mancata applicazione di regole, lo studente non “fa apposta” e non è svogliato, semplicemente il meccanismo automatico che converti i suoni in lettere è deficitario. Come forse già sai, tutti i disturbi di apprendimento sono causati da deficit di automazione di processi che dovrebbero essere automatici e involontari e portano a commettere errori che in alcuni casi possono apparire minimi 🔎, ma che presi nel loro complesso disturbano fortemente l’attività di apprendimento.
Differenze tra disgrafia e disortografia
Disgrafia e disortografia sono due disturbi della scrittura che all'apparenza hanno molti punti in comune, ma in realtà sono molto diversi. La disgrafia è la difficoltà a scrivere correttamente il segno grafico: il disgrafico fatica a scrivere in maniera fluida, a realizzare lettere della stessa altezza, a mantenere la riga, a produrre una scrittura leggibile.
Il disortografico, invece, può avere una calligrafia splendida ma trovarsi a scrivere ancora “ai” senza la “h” in prima superiore. Così come il disgrafico può avere pochi o zero problemi a scrivere in italiano corretto.
Se lo stai pensando, ti rispondo subito: sì, questi due disturbi possono anche combinarsi. Si parla di comorbidità dei DSA e si tratta della probabilità che un disturbo dell’apprendimento si combini a uno o più altri disturbi; nel caso della disortografia, essa è spesso correlata alla dislessia e, in circa il 20% dei casi totali di DSA, anche con la disgrafia.
Ecco perché è importante la diagnosi: perché è necessario avere un quadro quanto più chiaro possibile delle difficoltà specifiche di uno studente. Solo così sarà possibile aiutarlo nella maniera corretta! 🤗
Disortografia: esempi di errori
Prima di vedere qualche errore tipico da disortografici, è utile fare un ripasso generale sulle condizioni necessarie per parlare di disortografia. Perché esiste anche chi le regole ortografiche non le studia e non presta la dovuta attenzione mentre scrive, non tutti siamo disortografici!
Ecco quando si può parlare di disortografia:
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Età dello studente non inferiore agli 8 anni
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Frequente presenza di errori, soprattutto nei dettati o nella copiatura dalla lavagna
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Integrità dei sistemi sensoriali (vista, udito) e delle capacità neurologiche e cognitive
Un bambino disortografico scrive spesso lentamente, con fatica 😰, e commette errori nella traduzione dall’orale allo scritto. La disortografia può essere ipotizzata prima della terza elementare ma solo a partire da questa classe è possibile sottoporsi al test e ricevere una diagnosi.
Ma che errori commette un bambino disortografico? Come fare a capire se si tratta di ritardo nell’apprendimento o di vera e propria disortografia? Come detto, solo la diagnosi di uno specialista lo può dire. Però certi errori sono tipici di questo disturbo.
Errori fonologici
Si può trattare dello scambio di una lettera con un’altra simile, ovvero lo studente sente una lettera (fonema) e ne scrive un’altra simile (grafema); ad esempio:
- P e B
- F e V
- R e L
- S e F
Errori fonetici
Sono errori se vogliamo più semplici e sono rappresentati per la stragrande maggioranza dall’omissione di accenti e doppie quando servono.
Errori ortografici
Li conosciamo tutto molti bene! 🤓 Il re di questi errori è l’omissione della “h” quando ci vuole, ma nella disortografia capita spesso anche il contrario (aggiunta della “h” a sproposito). Segue il mancato uso dell’apostrofo, con la fusione di due parole (“lalbero” in luogo di “l’albero”), e l'inopportuna divisione di parole (“in contro” invece di “incontro”). Un altro errore tipico è l’utilizzo di suono omofoni ma non omografi (“quore” è un esempio perfetto). Questi tipi di errori si possono poi combinare in varie forme.
Quando preoccuparsi per la disortografia?
Può essere difficile capire quando preoccuparsi per una disortografia. Perché diciamolo: chi di noi non ha commesso errori ortografici in gran numero durante l’apprendimento della lettura e scrittura? 🖋️ Ecco, il discrimine è proprio quello: durante l’apprendimento. La diagnosi di disortografia viene fatta in terza perché prima può essere normale commettere tanti errori. Dopo, in un certo numero sì ma in un altro numero no; e soprattutto vale l’osservazione delle difficoltà di uno studente, che magari risulta eccessivamente lento e in crisi durante un semplice dettato.
Un ultimo appunto: per i bambini bilingue o di madrelingua straniera, le difficoltà nell’apprendimento dell'ortografia corretta possono continuare fino alla quarta e anche quinta elementare.