MATEMATICA, COMPORTAMENTO

Superare la paura della matematica (6 consigli)

Capitoli

  1. Matofobia: cosa significa?
  2. Odio la matematica! Che fare?
  3. Come superare la paura della matematica


Odiamo sempre ciò che ci fa paura. E la matematica, spesso, diventa un vero incubo per gli studenti: se anche tuo figlio ha paura della matematica, scopri come aiutarlo con i nostri consigli.

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Matofobia: cosa significa?

 

Conosciamo tutti l’aracnofobia 🕷, alcuni di noi sicuramente sanno cos’è l’agorafobia ma la matofobia… alzi la mano chi ne aveva già sentito parlare. Terminologia tecnica a parte, la paura della matematica (“matofobia” significa proprio questo) è qualcosa con cui invece hanno avuto a che fare molti di noi.

Siamo soliti pensare che la matematica o la si ama o la si odia, e in parte forse è vero; ma gli studi che si sono susseguiti negli anni sono giunti alla conclusione che la colpa non è della matematica. La materia, in sé, non ha nulla né di odioso né di particolarmente difficile; la radice delle difficoltà si trova piuttosto nei metodi scelti per insegnarla 📚.

È l’esperienza di apprendimento ciò che porta alcuni studenti ad odiare la matematica. Le esperienze e le emozioni negative vissute nell’ambito dell’apprendimento di questa materia segnano profondamente alcuni alunni, che arrivano a temere la matematica al punto da manifestare sintomi quali quelli che seguono, quando si trovano “al suo cospetto”:

  • Nausea

  • Sudorazione eccessiva

  • Affanno

  • Ansia

  • Palpitazioni

  • Tremori

  • Difficoltà espositive

  • Malessere generale

Ti ritrovi o ritrovi tuo figlio in questa descrizione? Sappi che anche la paura della matematica può essere superata con successo. Bastano, come sempre, i consigli giusti! 💪

 

“Odio la matematica!” Che fare?

 

Un figlio che odia la matematica può dare più di un grattacapo, lo capisco. Soprattutto se l’atteggiamento di chiusura inizia già alla scuola primaria, nell’ambito della quale si dovrebbero apprendere le basi della materia, le conoscenze che rimarranno tutta una vita.

Il rapporto degli studenti con la matematica è stato studiato a lungo da chi si occupa di difficoltà di apprendimento; le conclusioni sono state unanimi: non esiste un rapporto di odio con la materia in sé, esiste una serie di atteggiamenti sbagliati che sono stati appresi durante l’apprendimento della materia stessa.

Il primo fra tutti è la paura di sbagliare ❌. Si odia la matematica per le emozioni negative che ci fa provare: insicuri, ansiosi, timorosi. Quante volte hai sentito tuo figlio dire “se sbaglio poi la maestra mi sgrida/mi dà un brutto voto/si arrabbia”? Tante, probabilmente. Ed è un vero peccato, perché se la matematica potesse essere appresa in un ambiente positivo, il nostro rapporto con essa sarebbe migliore.

I numeri non sono un’opinione, ma le regole della matematica, in una certa fase della vita, sì: bisogna far spazio all’errore, accettarlo come parte del percorso. Sbagliare non è un problema, anzi è necessario all'apprendimento: se sbagli hai l’opportunità di imparare (lo dicono anche le neuroscienze). Al discorso dell’errore è strettamente legato quello della competizione: l’ansia legata alla matematica cresce in un contesto dove si rischia di “perdere” qualcosa.

La competizione tra pari e quella contro il tempo ⏳ non sono amiche della matematica: uno studente che sta imparando la matematica deve poter avere il tempo di riflettere, fare i calcoli, cimentarsi nel problem solving. Non mettere fretta a tuo figlio che si cimenta con la matematica e non fare paragoni con gli altri bambini: dai invece la priorità alla possibilità di coltivare un amore per questa disciplina e motivare allo studio.

 

Come superare la paura della matematica

 

Sei pronto ad aiutare tuo figlio a cambiare la sua percezione della materia-spauracchio per eccellenza? Ecco i nostri consigli!

Fare esperienza dell’errore

A chiunque fa bene sbagliare. Se i nostri figli si abituano sin da piccoli all’idea che un errore non è una tragedia, avranno la vita più facile a scuola. Si può imparare a vivere l’errore con serenità e resilienza: si sbaglia, si impara, ci si riprova 🏆. Per far sì che sia così, però, è necessario fare esperienza dell’errore ed essere aiutati a viverla positivamente. Anche i bambini plusdotati, che spesso si considerano “invincibili”, traggono grande giovamento da quest’esperienza.

Divertirsi con la matematica

Esistono ormai tanti software e siti web che offrono la possibilità di giocare studiando la matematica. Perché rifiutarli a priori? Anche la matematica può essere divertente: la gamification può essere molto utile con un bambino che rifugge numeri e calcoli. Sfruttala appieno!

Trovare la matematica nel quotidiano

È da piccoli che si impara che la matematica fa parte della nostra vita, ogni giorno. Portare calcoli e problemi nel reale, applicandoli a situazioni di vita vissuta 💰, aiuta i più piccoli ad accettare la matematica come parte integrante della propria vita e a percepirla come meno distante e astratta. 

Dimenticarsi della calcolatrice (almeno per un po’)

Almeno nei primi anni di studio la calcolatrice dovrebbe essere tenuta nel cassetto (in assenza di disturbi dell’apprendimento come la discalculia). Imparare a fare i calcoli a mente può aiutare un bambino a scoprire i risvolti pratici della matematica, le sue applicazioni nel mondo reale, la sua utilità.

Adottare una mentalità orientata alla crescita

Sai cos’è il growth mindset? E’ la convinzione di potercela sempre fare, di poter capire qualsiasi cosa se solo ci si mette nelle condizioni giuste per farlo. È l’opposto del fatalismo e della credenza di essere più o meno intelligenti e di non poter cambiare questo proprio destino 🧠. Uno studente con mentalità orientata alla crescita avrà meno problemi con la matematica perché saprà sempre di potercela fare!

Imparare a essere metacognitivi

Se conosci le strategie giuste per studiare, studierai meglio. Se conosci i tuoi limiti e le tue doti, sarai in grado di dotarti degli strumenti giusti per raggiungere gli obiettivi. Essere metacognitivi significa essere in grado di autovalutarsi, di scegliere la strategia migliore per completare un compito, di capire quando insistere e quando prendersi una pausa. Non è mai troppo presto per imparare a essere metacognitivi: aiuta tuo figlio a valutare con sguardo oggettivo l’apprendimento sin da piccolo.

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