Capitoli
“Ottimo lavoro, hai superato tutte le prove che hai trovato lungo la tua strada. Ora, con i poteri conferitimi, ti dichiaro ufficialmente un adulto. In bocca al lupo”. 😃
No, sfortunatamente non funziona così… 😔 Insomma, sarebbe bello poter definire un momento preciso che faccia da spartiacque tra adolescenza e età adulta, ma le grandi trasformazioni sociali degli ultimi anni hanno reso ancora più difficile capire quando è arrivato il momento di “essere adulti”. Se stai leggendo questo articolo, con molta probabilità ti sarà capitato di interrogarti su quando avrà fine l’apparente interminabile adolescenza di tuo figlio. 🤔 Non a caso, oggigiorno si parla sempre con più insistenza di eterna adolescenza per sottolineare come i nostri ragazzi facciano fatica a transitare nella fase successiva del proprio percorso di sviluppo.
Effettivamente, il passaggio all’età adulta porta con sé numerosi stravolgimenti che mettono alla prova le proprie qualità e le competenze: tuo figlio è un giovane adulto impegnato a capire quale sia il proprio ruolo all’interno del mondo che si è aperto davanti a sé. In questo articolo cercheremo di capire cosa significhi diventare adulti, cosa voglia dire “crescere” e come affrontare le proprie paure. 😮
Cosa significa crescere
Hai mai sentito parlare di adultitudine? 🤔 Si tratta di un termine già utilizzato dal filosofo Hegel per parlare di “adultitudine di pensiero”, intesa come una condizione necessaria per poter comprendere i “repertori e i paesaggi intellettuali che le culture umane del pianeta ci hanno lasciato in eredità”. 🧐
Ovviamente, non pretendiamo che tuo figlio raggiunga l’”adultitudine di pensiero” discussa da Hegel, 😌 ma c’è comunque un elemento importante di cui possiamo far tesoro: non c’è un’età precisa in cui si diventa adulti, ma esiste uno stadio della mente da raggiungere per poter passare in questa fase. Non basta premere un interruttore per passare dall’adolescenza all’età adulta; 🔛 crescere è decisamente difficile, significa dover attraversare varie fasi, ognuna delle quali è caratterizzata da una rottura degli equilibri precedenti e dalla ricerca di una nuova stabilità.
Tuo figlio si trova di fronte all’ennesima sfida della propria vita e deve dimostrarsi in grado di sopportare la frustrazione di dover rinunciare agli equilibri che aveva faticosamente costruito in adolescenza. Per lui potrebbe essere particolarmente difficile rinunciare ai suoi privilegi da adolescente e accettare le nuove responsabilità da adulto e, proprio per evitare la frustrazione, potrebbe decidere di posticipare il più possibile la sua entrata nel mondo dei grandi. Per capire veramente cosa significhi “crescere” dobbiamo prima dare un significato agli stadi che si susseguono durante la nostra vita, nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta. 👇
Dall’adolescenza…
Secondo lo psicologo e psicanalista tedesco Erik Erikson il nostro ciclo di vita è caratterizzato da una serie di tappe evolutive, ognuna delle quali prevede nuove conquiste o cocenti fallimenti. 😮 Questo vuol dire che ogni tappa deve concludersi con l’acquisizione di una nuova qualità positiva, indispensabile per poter passare allo stadio successivo. Insomma, in parole povere, per poter dire che l’adolescenza è giunta a conclusione, bisogna essere in grado di operare un’importante conquista: il senso di identità.
Cosa significa? Significa che durante l’adolescenza tuo figlio comincia a prendere consapevolezza dei propri interessi, dei propri gusti, dei propri valori, dei propri obiettivi.
Acquisire un senso di identità è fondamentale perché il tuo ragazzo possa vivere e prendere decisioni in autonomia. In questa fase tuo figlio avrà bisogno di confrontarsi con nuovi modelli ed esplorare il mondo circostante per capire bene chi vuole essere. Questo significa che potrebbe anche ampliarsi la distanza che vi divide 😔: è normale, dovrai essere in grado di sopportare il fatto che il rapporto non sia più lo stesso a cui eri abituato durante la sua infanzia. Lasciando a tuo figlio la possibilità di fare nuove esperienze gli darai in mano le chiavi per accedere ad una nuova fase, quella dell’età adulta.
… All’età adulta
Riavvolgiamo un attimo il nastro ⏪ e torniamo al nostro quesito principale: quand’è che tuo figlio smetterà di essere adolescente e potrà finalmente essere chiamato “adulto”?
Nella tribù Hamar, nel sud dell’Etiopia, i giovani maschi devono saltare, completamente nudi, sulla schiena di otto tori, senza mai cadere, per entrare nell’età adulta. 😧 Ma, vista la difficoltà nel reperire otto tori, 🐂 cosa si può fare per favorire il passaggio all’età adulta? Al di là dei curiosi riferimenti culturali, anche in occidente esistono dei cosiddetti riti iniziatici che, storicamente, sono sempre serviti per facilitare questo processo di attribuzione. Bisogna dire che, al netto degli stravolgimenti culturali ai quali abbiamo assistito negli ultimi decenni, è difficile far riferimento a queste conquiste come a un indicatore di adultitudine. Ma di cosa stiamo parlando? Scopriamolo subito. 👇
L’entrata nel mondo del lavoro
Il lavoro nobilita l’uomo, diceva il biologo Alfred Russel Wallace, ma non può essere più un indicatore dell’età adulta, aggiungiamo noi. È ovvio che l’entrata nel mondo lavorativo rappresenti un passaggio inevitabile della nostra esistenza: sentirci parte del sistema produttivo, ⚙️ ma, soprattutto, indipendenti dal punto di vista economico 💰 è fondamentale per non farci convivere con un profondo senso di fallimento. Tuttavia, se in passato l’entrata nel mondo del lavoro, soprattutto per esigenze economiche, era spesso precoce, ora è sempre più posticipata. Insomma, magari tuo figlio potrebbe scegliere di proseguire i propri studi e imbarcarsi in un percorso universitario di tre anni, seguito da una specializzazione di due anni, poi potrebbe esserci l’anno di pausa di riflessione, il corso di formazione di due mesi, il primo lavoro che, in realtà, è uno stage non retribuito, il secondo lavoro che, in realtà, è un part time di 10 ore a settimana… Forse, con un pizzico di fortuna, il primo contratto a tempo pieno potrebbe arrivare attorno ai trent’anni. 😂 Questo non significa che, nei 12 anni precedenti, tuo figlio abbia perso tempo.
Oggi, il mondo del lavoro è strutturato in modo diverso rispetto al passato e, in molti casi, finito il percorso delle scuole superiori, non si hanno ancora le idee chiare delle proprie ambizioni. Come dicevamo in precedenza, l’adolescenza è la fase della costruzione del senso di identità e ciò include la definizione dei propri obiettivi. In molti casi può servire molto più tempo del previsto per capire quale sia il proprio percorso.
Molto spesso, i tentativi di sabotare la propria entrata nel mondo del lavoro possono essere un indicatore della propria difficoltà di abbandonare la propria posizione sicura adolescenziale e accettare le responsabilità dell’età adulta.
Il matrimonio
Facciamo di nuovo riferimento alle statistiche nazionali: l’età media attorno alla quale le donne convolano a nozze è di 32.9 anni, mentre per gli uomini dobbiamo aspettare i 35.6 anni. 💒 Non deve assolutamente sorprenderci che l’età media sia così alta: i modelli familiari sono cambiati radicalmente e il matrimonio non è più un passaggio obbligato come lo era in passato.
Chissà, magari l’immancabile zia che al pranzo di Natale domanderà a tuo figlio “ma quando ti sposi” potrebbe perfidamente e inconsapevolmente chiedergli: “ma quando ti decidi a diventare grande?”. 😂 In realtà, ad oggi, la scelta di sposarsi ha poco a che spartire con le responsabilità dell’essere adulto. Molto spesso si preferisce posticipare il matrimonio per raggiungere un maggiore equilibrio nelle altre sfere di vita e dedicarsi prima alla stabilità del proprio Sé.
L’indipendenza abitativa
L’Italia è una delle nazioni con l’età media di uscita di casa più alta. 🏠 Parliamo di una media di 30.1 anni. È una questione, come ben saprai, principalmente economica. Spesso l’uscita di casa coincide con la convivenza. Più che l’indipendenza abitativa in sé, sarà importante capire quale sarà il livello di autonomia nel momento in cui tuo figlio deciderà di vivere lontano da te. È importante che tu sappia essere presente per fungere da modello per il suo senso di indipendenza, ma che non ti sostituisca a lui nei compiti legati alla quotidianità. Per tuo figlio, lasciare la propria famiglia di origine per vivere da solo o con la propria compagna significa mettere alla prova tutte le proprie conquiste operate negli anni precedenti e capire se il proprio senso di identità sia reale o solo “immaginario” perché tenuto in piedi dalla tua presenza costante.
La nascita di un figlio
I numerosi cambiamenti culturali hanno fatto sì che l’età media per diventare genitori si sia progressivamente alzata. 👶 Ciò dipende, principalmente, dal radicale cambiamento che ha coinvolto il sesso femminile: l’estinzione della famiglia tradizionale a favore di una famiglia moderna, all’interno della quale la donna può perseguire i propri obiettivi lavorativi. Questo significa che, sempre più spesso, prima di decidere di allargare la propria famiglia, i genitori preferiscono aspettare di aver raggiunto i propri obiettivi personali. Tuo figlio potrebbe avere in testa un progetto futuro in cui la genitorialità potrebbe essere subordinata al raggiungimento di specifici scopi.
Tutti i cambiamenti sociali sopra elencati ci spingono sempre di più ad identificare una nuova fase, tra adolescenza ed età adulta: l’età del giovane adulto. Cosa vuol dire che tuo figlio è un “giovane adulto”? 🤔 Significa che si sta prendendo un po’ più di tempo per portare avanti il processo di costruzione dell’identità e di ricerca di autonomia iniziato in adolescenza.
Si tratta di un periodo di assestamento: forse è troppo presto perché il tuo ragazzo si sobbarchi tutte le responsabilità che contraddistinguono l’età adulta, quindi cerca di prendersi ancora un po’ di tempo per sentirsi pronto.
Il fatto che la nostra società si sia evoluta in una direzione che concede questo tempo extra può permettere a tuo figlio di non sentire troppe pressioni da parte della propria comunità di appartenenza. Tuttavia, è importante saper capire se tuo figlio sta “aspettando il momento giusto” o cerca, in ogni modo, di posticipare il passaggio all’età adulta.
Paura di crescere
In questo articolo, abbiamo spesso parlato di “responsabilità”, ma siamo sicuri che questo sia l’unico peso che tuo figlio deve imparare a sopportare in questa fase? 🤔 Eppure, dev’esserci qualcos’altro a far paura a tuo figlio, non credi? Prova a ripensare a come ti saresti immaginato una volta diventato adulto… 💭 Quanto sei lontano dal tuo ideale adolescenziale? Ecco, questo è uno dei più grandi timori del giovane adulto: entrare a far parte del mondo degli adulti significa dover rinunciare ai propri ideali e scendere a patto con la realtà. Non si può rimanere eternamente adolescenti e vivere nella speranza che un giorno la realtà prenderà la forma sperata.
Essere adulti significa dover accogliere le richieste della realtà e sopportare la frustrazione del fallimento del proprio ideale. Può trattarsi di un fallimento del proprio percorso universitario, di un’entrata in un mondo lavorativo molto meno accogliente di quanto immaginato, di una difficoltà a tener fede ai propri valori… Sono tante le paure che possono trattenere tuo figlio nella sua eterna adolescenza.
I timori di tuo figlio possono essere talmente profondi da indurlo a comportarsi come un bambino, quasi a voler tornare all’età in cui il mondo reale non faceva paura, perché c’erano mamma e papà a filtrarlo da tutto ciò che poteva spaventarlo. 😱 A questo punto della sua vita, il tuo ruolo non sarà più quello di proteggerlo, bensì quello di insegnargli a sopportare meglio il fallimento e capire il mondo che lo circonda. Tuo figlio non si muove più lungo i contorni già ben tratteggiati della scuola: egli si trova davanti ad un mondo pieno di responsabilità, decisioni e fallimento degli ideali.