Capitoli
- L'agorafobia: la paura di allontanarsi da casa
- L’attacco di panico: la paura di sentirsi male
- Come aiutare un adolescente con agorafobia e attacchi di panico a uscire dalla propria stanza
Hai presente quel classico consiglio che si dà prima di tenere un discorso pubblico? 😏 Immagina che tutti i presenti indossino soltanto biancheria intima! 🩲 Si tratta di un trucchetto che, aldilà della sua efficacia, dovrebbe aiutare a sentire gli spettatori come meno minacciosi e superare, quindi, la propria ansia da prestazione.
Ora, prova a immaginare uno scenario completamente invertito: devi tenere un discorso in pubblico, in un contesto più o meno prestigioso, davanti a una platea numerosa e variegata. Tutti i presenti vestono in maniera elegante e raffinata. Stai per prendere la parola, ma ti accorgi di essere in biancheria intima! 🩲 Come ti sentiresti?! Ti si gelerebbe il sangue, il cuore batterebbe a mille, cominceresti a sudare freddo e inizieresti a guardarti intorno con agitazione. Ti chiederesti cosa pensino gli altri di te. Ogni singolo sguardo 👀 sembra diretto verso di te: la gente ti guarda con sdegno, con sufficienza, ti giudica non adatto e fuori luogo. Desideri scomparire. Ti riprometti che, da quel momento in poi, eviterai lo sguardo di quelle persone. Passerai giorni, mesi e anni 📅 a desiderare di non trovarti più in una situazione del genere. Cominci a sviluppare la paura della paura. Chi soffre di agorafobia e attacchi di panico si sente proprio in questo modo e, in una fase come l’adolescenza, durante la quale il giudizio altrui è percepito come qualcosa di fondamentale, molto spesso si preferisce evitare situazioni potenzialmente dannose, piuttosto che sentirsi così.
Se tuo figlio ha paura di stare male in luoghi poco familiari e si sente a disagio all’idea di allontanarsi da casa, leggi questo articolo per capire cosa fare e come intervenire. 👇
L'agorafobia: la paura di allontanarsi da casa
Molto spesso si tende a identificare l'agorafobia con la paura degli spazi aperti, da contrapporre alla claustrofobia, la paura degli spazi chiusi. Questa interpretazione non è del tutto errata: in effetti, questo termine deriva dal greco "agorà" (piazza) e “fobia” (paura). 😨 Ma non è lo spazio aperto in sé a far paura, quanto il timore di trovarsi in luoghi che possono creare ansia e che non offrono una via di fuga. 🏃♂️ Un adolescente che soffre di agorafobia vive con una intensa preoccupazione di allontanarsi da luoghi familiari, una preoccupazione che spesso muta in una vera e propria paura di sentirsi male in alcune tra le seguenti situazioni:
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Luoghi affollati (centro commerciale, cinema, feste) 🏪
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Spazi pubblici chiusi (scuola, negozi) 🏫
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Mezzi di trasporto pubblici 🚌
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Essere fuori casa da solo
Il timore è quello di trovarsi in una delle suddette situazioni, senza avere la possibilità di fuggire velocemente in caso di malessere. A questo punto, l’ansia derivata dal rischio di vivere scenari del genere può spingere tuo figlio a evitare situazioni sociali che per lui sono particolarmente stressanti e ridurre notevolmente le proprie uscite da casa, decidendo di “ritirarsi” e auto-escludersi dal mondo esterno. Il ritiro sociale è un fenomeno che nasce in Giappone (dove prende il nome di Hikikomori) a metà anni Ottanta, ma è in costante diffusione anche in occidente. L’adolescente ritirato sociale decide di rinchiudersi nella propria stanza, 🚪 tagliando i ponti col mondo esterno. In questi casi, capita spesso che le relazioni reali vengano sostituite con le relazioni virtuali (forum, chat, videogiochi 💻): ma perché un adolescente agorafobico prende una decisione del genere? Il mondo virtuale gli garantisce una soluzione che nel mondo reale non esiste: una facile via di fuga. Se, come detto in precedenza, la paura di tuo figlio è quella di non poter scappare da situazioni che percepisce come pericolose, questo timore non si applica al mondo virtuale: se ho paura di stare male, spengo il computer. Ma da cosa nasce questa paura di sentirsi male e di che tipo di malessere ha paura il tuo ragazzo? La paura è quella di trovarsi in situazioni che possano creare particolare disagio o, in alcuni casi, di avere attacchi di panico. 😱
L’attacco di panico: la paura di sentirsi male
L’attacco di panico è uno stato di intensa paura e disagio, in risposta a qualcosa percepito come potenzialmente pericoloso. È possibile che un evento percepito come pericoloso porti alla comparsa di almeno 4 dei seguenti sintomi:
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Palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
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Sudorazione
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Tremori
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Sensazione di soffocamento
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Sensazione di mancanza d’aria
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Dolore fisico o fastidio al petto
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Nausea o disturbi addominali
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Sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o svenimento
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Sensazione di essere distaccati da se stessi
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Paura di perdere il controllo o di impazzire
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Paura di morire
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Sensazioni di torpore o di formicolio
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Brividi o vampate di calore
Se a distanza di almeno un mese da un episodio del genere tuo figlio avrà la preoccupazione persistente di avere altri attacchi o manifesterà un forte preoccupazione sulle possibili conseguenze di questi attacchi (avere un attacco cardiaco, perdere il controllo, soffocare) si potrà parlare di attacco di panico.
È molto comune che un ragazzo agorafobico che affronta le situazioni che per lui sono fonte di paura possa sviluppare i sintomi tipici dell’attacco di panico. In questo caso si parla di agorafobia con attacchi di panico. Allo stesso tempo è altrettanto probabile che aver avuto in passato un attacco di panico alimenti la paura che un episodio del genere possa ripetersi. A questo punto, tuo figlio potrebbe decidere di chiudersi dentro la propria stanza 🔑 per non correre il rischio di trovarsi ad affrontare nuovamente una crisi di panico. In quest’ultimo caso, quindi, l'agorafobia si sviluppa solo in un secondo momento, come tentativo inconscio di difendersi da altri attacchi di panico. Si svilupperà quindi la paura della paura, 😱 ovverosia, un’ansia anticipatoria. Così come accade nel disturbo da ansia sociale, l’idea di dover affrontare una situazione percepita in modo così minaccioso frenerà tuo figlio dal fare nuove esperienze, portandolo a preferire luoghi più sicuri e confortevoli. 😌
Ma perché un ragazzo dovrebbe soffrire di attacchi di panico? Molto spesso ci si dimentica di quanto possa essere difficile la vita di un adolescente. È probabile che tuo figlio sia passato in poco tempo dal sentirsi il bimbo di casa 👶 all’essere un giovane pieno di responsabilità e di cose da dimostrare. 🧑💼 È un po’ quella sensazione che si prova quando si rientra dalle ferie: il giorno prima sei sotto l’ombrellone e il mondo gira attorno a te, ⛱️ mentre il giorno dopo devi mettere via gli occhiali da sole 🕶️ per immergerti totalmente nel mondo lavoro e continui a interrogarti su come fosse possibile mantenere quei ritmi forsennati prima di andare in vacanza. Ovviamente, col passare dei giorni e delle settimane, ci si riabitua a quei ritmi e diventa tutto molto più facile, ma i primi tempi sono decisamente molto faticosi! 🥴 In modo simile, un adolescente è esposto a numerose fonti di stress e, in alcuni casi, può essere davvero difficile tenere il passo così tante novità e cambiamenti concentrate in poco tempo. Le principali forme di stress che possono aumentare il rischio di un attacco di panico sono lo stress fisico e lo stress psicologico.
Stress fisico
Nel caso dello stress fisico, una recente ospedalizzazione, una malattia o la presenza di difficoltà dal punto di vista fisico 🏥 possono aumentare la sensazione di pericolo nell’adolescente. La presenza di problemi di salute può incrementare la paura di eventuali ricadute o di un peggioramento delle proprie condizioni. Questi fattori potrebbero spingere tuo figlio a barricarsi in casa per evitare il mondo esterno, da lui percepito come particolarmente pericoloso.
Stress psicologico
C’è una serie di situazioni che può associarsi ad un maggiore rischio di attacchi di panico. Ad esempio, la morte di una persona particolarmente vicina a tuo figlio. 😢 Oppure, la presenza di alcune preoccupazioni dovute al basso rendimento scolastico o alla difficoltà ad ambientarsi dopo un recente trasferimento. 😟 Ma anche i problemi genitoriali possono essere motivo di angoscia (frequenti litigi o recente divorzio). È come se si sentisse raddoppiare il proprio carico di responsabilità: è già difficile riuscire a far fronte a tutti i cambiamenti che arrivano in questa fase, ma così è troppo! Tuo figlio potrebbe avere difficoltà a tenere a bada lo stress derivato da situazioni troppo difficili da gestire. Subentra, così, la paura del fallimento e il timore di “perdere la faccia”. Questa ansia diventa sempre più intensa, tanto da raggiungere livelli talmente alti da esplodere in attacchi di panico.
Come aiutare un adolescente con agorafobia e attacchi di panico a uscire dalla propria stanza
Ora che abbiamo definito bene cosa siano agorafobia e attacchi di panico, cosa si può fare per aiutare l’adolescente a “tornare a vivere”? ☀️ Qualora ti accorgessi che tuo figlio manifesta alcuni dei sintomi sopra riportati, sarà importante intervenire in maniera tempestiva! Bisogna scongiurare il rischio che si crei un circolo vizioso in cui l’adolescente è bloccato dalla paura della paura. In questi casi è essenziale rivolgersi a dei professionisti che possano aiutare tuo figlio a fronteggiare le proprie difficoltà, ma è altrettanto importante capire come prendersi cura di lui nella vita di tutti i giorni. È comprensibile che, di fronte a una situazione del genere, ti possa sentire totalmente inerme. Può capitare che la paura delle ricadute che l’auto-isolamento può avere sulla carriera scolastica e sulla vita sociale ti spingano a fare pressioni affinché tuo figlio esca da quella sua stanza. 🚪 Eppure, forzarlo ad affrontare le sue paure non sarebbe sicuramente di aiuto. Sarebbe un po’ come chiedere a un aracnofobico di tuffarsi in una vasca piena di ragni! 🕷️
Per aiutare tuo figlio ad affrontare le sue ansie, è importante permettergli di restare in un luogo nel quale si sente al sicuro. Ad esempio... Dietro lo schermo del computer! 💻 Molto spesso si punta il dito contro le nuove tecnologie, accusandole di essere la causa di ogni male dell’era moderna. Tuttavia, internet è l’unico posto sicuro che tuo figlio ha trovato per sentirsi protetto e meno esposto ai “pericoli” del mondo esterno. Allora, perché non provare ad avvicinarsi alla sua vita virtuale per capire meglio per quale motivo questo mondo sia così rassicurante per lui?
Potrebbe essere un modo per mostrargli la tua vicinanza e dare una forma più definita alle sue paure. Internet potrebbe rivelarsi il luogo nel quale tuo figlio non si sente invalidato dai suoi problemi fisici. Oppure, potrebbe trattarsi di un posto dove non si sente esposto ai giudizi dei compagni di classe. E se si trattasse dello spazio sicuro nel quale può rifugiarsi per non sentire i litigi tra mamma e papà?
L’impresa più grande sarà, quindi, quella di portare il mondo virtuale nel mondo reale: dovrai aiutare tuo figlio a rendersi conto che la sicurezza che trova dietro lo schermo del computer la può trovare anche all’esterno. Fare pochi piccoli passi 👞 fuori dalla propria stanza potrebbe dargli la forza per cercare di fare qualche passo in più 👞👞 e ritrovare la serenità lontano da casa.