COMPORTAMENTO

Che cos’è l’anaffettività?

Capitoli

  1. Cosa significa “anaffettività”?
  2. Come vivono le persone anaffettive
  3. Le cause dell’anaffettività
  4. Cosa fare se tuo figlio è anaffettivo


È difficile pensare a una vita senza affettività. 🥰 Ogni volta che navighiamo tra i nostri ricordi, 🚢 questi sono avvolti dall’emozione che li ha accompagnati nel momento in cui li abbiamo vissuti. 😀😭😠 Anzi, si potrebbe dire che, per quanto, col passare del tempo, le immagini del passato diventino sempre più annebbiate nella nostra mente, il loro valore emotivo rimane ben nitido nella nostra memoria. Facciamo fatica a pensare a come sia possibile vivere una relazione senza provare emozioni, ma anche solo ad ascoltare una canzone, leggere un libro o guardare un film senza che si smuova qualcosa dentro di noi. ❤️ Eppure, oggi siamo qui per parlare di affettività e, se ti trovi qui a leggere questo articolo, è possibile che tu abbia paura che tuo figlio possa essere anaffettivo. 😞 Il fatto che tuo figlio non manifesti alcun tipo di affettività può, effettivamente, accendere un campanello di allarme e metterti davanti al quesito: “mio figlio è anaffettivo?”. In questo articolo cercheremo di dipanare ogni tuo dubbio, definendo cosa sia l’anaffettività e quali siano le sue cause e consigliandoti, eventualmente, il miglior percorso da seguire. 😲

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Cosa significa “anaffettività”?

 

Quando cerchiamo di individuare un’etichetta che riesca a identificare un qualsiasi comportamento “problematico” è necessario avere bene in mente a cosa ci stiamo riferendo. 🤔 Affermare “mio figlio è anaffettivo” può aiutarti, da una parte, a circoscrivere il problema e facilitare, quindi, la ricerca di nuove strategie per farvi fronte, ma, dall’altra parte, affibbiare un’etichetta a un ragazzo nel pieno del proprio percorso di sviluppo può diventare, paradossalmente, un ostacolo: dare una dimensione clinica al problema potrebbe bloccare tuo figlio di fronte alle difficoltà che si troverà di fronte, in quanto quest’ultimo potrebbe attribuire tutti i suoi problemi al fatto di essere “malato”. 😨 È necessario, quindi, cominciare a dare una precisa definizione di anaffettività, onde evitare di creare credenze erronee attorno al comportamento dei nostri figli. 

Quando parliamo di anaffettività, molto spesso ci limitiamo a considerare un unico aspetto: l’espressione emotiva. 🤔 Un figlio che sorride poco, non piange o non si arrabbia mai viene considerato anaffettivo: si tratta di un atteggiamento che genera, ovviamente, preoccupazione, ma che può anche farci arrabbiare, tanto da farci esclamare: “perché sei così freddo nei miei confronti?!”. 

Il fatto che tuo figlio sembri sempre distante dal punto di vista emotivo potrebbe essere frustrante e dividerti tra un sentimento di rabbia nei confronti dell’atteggiamento del tuo ragazzo e il senso di colpa di non riuscire a trovare l’approccio giusto per sbloccare la sua rigidità emotiva. 😞 Tuttavia, il concetto di anaffettività non si limita a trattare l’espressività emotiva, bensì si riferisce all’incapacità di provare e produrre affetti. L’anaffettività è un sintomo che possiamo ritrovare in alcuni disturbi psicopatologici come le nevrosi ossessive e i disturbi della personalità e, nei casi più gravi, nelle psicosi. Prima di continuare, è necessario chiarire un punto fondamentale: un ragazzo anaffettivo non è nato “incapace di provare emozioni”. L’anaffettività si configura, infatti, come un meccanismo di difesa attraverso il quale il tuo ragazzo vuole evitare in ogni modo il rischio di nuove ferite emotive. Si crea un blocco affettivo nel quale vengono messi al bando gli affetti e nel quale le relazioni diventano funzionali al raggiungimento di obiettivi personali. ☹️

 

Come vivono le persone anaffettive

 

Le persone anaffettive vengono spesso descritte come persone “fredde”, 🥶 incapaci di trasmettere quel calore emotivo che, normalmente, colora le relazioni. Effettivamente, la definizione non è poi così errata: le persone anaffettive possono ingaggiare relazioni amicali o  sentimentali, ma la loro difficoltà ad accedere alla componente affettiva impedisce loro di dare profondità alle stesse. ☹️ 

Il ragazzo anaffettivo, quindi, pur di non soffrire, alzerà, inconsciamente, questo muro che terrà le emozioni separate dalle relazioni. Ovviamente, un ragazzo anaffettivo, manifesterà questo genere di freddezza sia nelle relazioni interne che in quelle esterne al nucleo familiare: quindi, se il tuo ragazzo ti sembrasse un ghiacciolo quando è in casa, ma cambiasse totalmente il suo modo di essere nei rapporti con amici o conoscenti, ci troveremmo di fronte a un altro genere di problema. 😨 Quando parliamo di anaffettività, possiamo trovare alcune caratteristiche ricorrenti, che elencheremo qui di seguito. 👇

Mancanza di empatia

Col termine “empatia” ci riferiamo alla capacità di metterci nei panni di un’altra persona. 🧑🏽‍🤝‍🧑🏽 Si tratta di una caratteristica fondante delle relazioni, in quanto riuscire a capire come si senta l’altro è fondamentale per sintonizzarsi dal punto di vista emotivo. È evidente che, per una persona anaffettiva, riuscire a costruire rapporti basati sull’empatia è quantomai improbabile. Come possiamo pensare che una persona che ha difficoltà ad accedere alle proprie emozioni riesca ad essere comprensivo verso le nostre? L’idea che tuo figlio non riesca a capire il tuo stato d’animo è sicuramente tra gli aspetti più drammatici dell’anaffettività. 

Scarsa intelligenza emotiva 

L’intelligenza emotiva è una qualità importante, alla base dell’empatia. In pratica, si fa riferimento alla propria capacità di comprendere e utilizzare le proprie emozioni. Ovviamente, se non fossimo in grado di avere accesso al nostro modo emotivo, sarebbe paradossale pensare di avere qualche possibilità di avvicinarci a quello degli altri. Tuo figlio potrebbe avere difficoltà nel descrivere quale sia il proprio stato emotivo o come si sia sentito in determinati avvenimenti del passato. 😧

Fuga emotiva

Una persona anaffettiva non è un automa incapace di percepire emozioni. 🤖 Anzi, al contrario, tuo figlio è talmente fragile da aver bisogno di mettersi al riparo da tutte quelle che sono esperienze potenzialmente dolorose. Si innesca, così, un meccanismo di evitamento, in cui tutte le situazioni troppo angoscianti e penose vengono respinte. Al contrario di una persona particolarmente empatica che andrà incontro al dolore per cercare, in qualche modo, di contenere quella sofferenza, il tuo ragazzo potrebbe fuggire dalle situazioni più dolorose per difendere se stesso. 

Atteggiamento difensivo

A volte potrebbe sembrarti che tuo figlio affronti le sue giornate protetto da un’armatura  🛡️ che respinge qualsiasi elemento percepito come “pericoloso”. Questa corazza potrebbe proteggerlo sia da “attacchi fisici” come baci o abbracci, 🤗 sia da “attacchi emotivi”, come prese in giro o critiche. Questa armatura di metallo e freddezza lo difende dalla paura di essere ferito o toccato dalla propria o altrui emotività. Al contrario, non è raro che un ragazzo anaffettivo faccia molto affidamento su giudizi spogliati da una componente emotiva, che fanno riferimento ad attributi estetici o al proprio successo scolastico. 

Iper-investimento in ambito scolastico

Tuo figlio potrebbe essere oggetto di invidia di tutti gli altri genitori. Anzi, potresti esserti pure trovato in difficoltà di fronte a commenti del tipo:”suo figlio è il più bravo della classe, perché si preoccupa?”, oppure: ”magari tutti fossero seri come il suo ragazzo…”. Non è raro che un ragazzo anaffettivo si riveli molto dedito allo studio 📗 o ad attività sportive. 🏐 Si tratte di aree legate alla propria auto-realizzazione e nelle quali è più facile esprimersi, in quanto il pensiero concreto può prevalere su quello emotivo.

 

Le cause dell’anaffettività

 

Fino ad ora abbiamo parlato di anaffettività, inquadrandola come una fuga inconscia dalle emozioni, ma per quale motivo può essersi innescato un meccanismo del genere? Una cosa è certa: non si nasce anaffettivi. Se così non fosse, come si spiegherebbero tutte le coccole, le risate e i momenti di gioia che hai condiviso con tuo figlio nei suoi primi anni di vita? ❤️ Tuttavia, potrebbe sembrarti che quei momenti trascorsi assieme siano solo lontani ricordi e che ora, tuo figlio, non sia più in grado di manifestare alcun tipo di emozione. Una delle cause principali, alla base dell’anaffettività, può essere identificata nella presenza di un trauma irrisolto avvenuto in infanzia o in pre-adolescenza. Come detto in precedenza, l’anaffettività è un sintomo. Cosa significa? Così come la febbre può essere il sintomo di un virus influenzale che ha infettato il nostro organismo, 🤒 l’anaffettività può essere vista come il sintomo di un trauma, latente nel nostro inconscio e invisibile a occhio nudo. Questo trauma potrebbe aver portato a un distacco dalla realtà e, quindi, alla convinzione che l'unico modo per difendersi da altri traumi è quello di prendere le distanze dal proprio mondo emotivo interno per non essere colpito dal crudele mondo esterno. 

 

Cosa fare se tuo figlio è anaffettivo?

 

Abbiamo parlato di “traumi irrisolti” e, come sempre consigliamo in questo genere di casi, sarà molto importante riuscire a capire quale sia l’origine di tale sofferenza attraverso un percorso di psicoterapia. È molto difficile individuare una persona anaffettiva, in quanto, molto spesso, ci si limita a pensare che quest’ultimo sia, molto più semplicemente, un ragazzo tranquillo, un po’ troppo serio, o antipatico. 😠 Ovviamente, come genitore ti sarai ormai reso conto che la rigidità emotiva di tuo figlio è eccessiva perché tu possa subordinarla a una questione di "personalità". A questo punto, sarà importante che tu riesca a convincere il tuo ragazzo ad accettare un aiuto esterno, dato che, molto spesso, i ragazzi anaffettivi non si rendono conto di esserlo. La tua presenza nel processo psicoterapeutico sarà molto significativa, dato che l’obiettivo della terapia sarà quello di scavare nel vissuto di tuo figlio in modo da comprendere meglio quali siano gli eventi traumatici alla base delle difficoltà attuali. In casi del genere, potrebbe essere utile rivolgersi a un centro di terapia familiare.