Capitoli
- Cosa sono le figure retoriche e a cosa servono
- Le figure retoriche nella lingua italiana
- Figure retoriche: elenco
- Figure retoriche principali
- Esempi di figure retoriche
Le figure retoriche sono l’arma segreta di poeti e romanzieri, ma non solo, si usano anche nel cinema, nella musica e nella pubblicità. Servono a dare ritmo a una poesia o colore a un racconto, arricchendo il testo di significati nascosti e giochi di parole.
Imparare a riconoscerle e distinguerle però, può non essere facile. Ecco perché Gostudent ha preparato per te una guida alle figure retoriche più usate nella lingua italiana. Se vuoi finalmente smettere di confondere metafore e similitudini, continua a leggere. 💪
Cosa sono le figure retoriche e a cosa servono
Per capire le figure retoriche dobbiamo prima spiegare che cos’è la retorica. Con il termine retorica si intende “l’arte del parlare” e, più precisamente, l’arte di riuscire a persuadere l’ascoltatore attraverso un discorso efficace.
Da qui derivano le figure retoriche: forme di espressione linguistica che servono a comunicare con maggiore efficacia un concetto o a dare un effetto particolare al discorso. 💬
Le figure retoriche della lingua italiana
La lingua italiana è ricca di figure retoriche, non solo in letteratura e poesia, ma anche nel parlato. Ti stupiresti di quante figure retoriche usi tutti i giorni senza saperlo!
Per esempio, quando dici: “Ho le farfalle nello stomaco” 🦋, stai usando un’allegoria, cioè una figura retorica che esprime un significato diverso da quello letterale della frase (non hai veramente le farfalle nello stomaco, ma vuoi comunicare il tuo sentimento di agitazione 😬).
Le figure retoriche non sono tutte uguali, si suddividono in tre categorie:
- Figure retoriche di suono o fonetiche (riguardano la fonetica delle parole)
- Figure retoriche di contenuto o significato (riguardano il significato delle parole nella frase)
- Figure retoriche di parola (riguardano l’ordine delle parole nella frase)
Figure retoriche: elenco
Figure retoriche di suono
Usate soprattutto in poesia, sono figure retoriche che “giocano” con la musica delle parole.
- Allitterazione
- Assonanza
- Consonanza
- Onomatopea
- Paronomasia
Figure retoriche di significato
Questo tipo di figura retorica è usato per dare un significato non più letterale ma figurato alle parole.
- Metafora
- Similitudine
- Allegoria
- Perifrasi
- Antonomasia
- Analogia
- Antitesi
- Antifrasi
- Iperbole
- Litote
- Metonimia
- Eufemismo
- Sineddoche
- Sinestesia
- Ossimoro
- Personificazione
Figure retoriche di parola
Le figure retoriche di parola influiscono anch’esse sul significato delle parole, ma spostando l’ordine degli elementi della frase.
- Anafora
- Asindeto
- Polisindeto
- Chiasmo
- Iperbato
- Climax
Come riconoscere le figure retoriche nella frase?
Come avrai notato le figure retoriche sono parecchie e alcune anche molto simili, quindi, come riconoscerle? 🕵️
Innanzitutto occorre sapere che non tutte hanno la stessa frequenza: alcune compaiono nei testi molto spesso, mentre altre sono più rare; inizia studiando le figure retoriche più comuni.
Poi, considera che alcune figure retoriche sono più usate in poesia e altre in prosa, perciò imparale suddivise in base al loro utilizzo, questo ti aiuterà a riconoscerle più velocemente.
Per ultimo, ricordati di studiare l’autore del testo e la corrente letteraria a cui appartiene. I poeti del Romanticismo, come Leopardi ad esempio, prediligono l’uso di iperboli, antitesi e metafore, mentre i decadentisti, come Pascoli, preferiscono sinestesie, onomatopee e analogie.
Figure retoriche principali
Per imparare le figure retoriche partiamo quindi analizzando le più comuni. 👇
Similitudine figura retorica
La similitudine è una figura retorica estremamente frequente, che usiamo anche nel parlato di tutti i giorni. Consiste nel mettere a confronto due concetti. Si trova sia in poesia che in prosa e viene usata spesso per spiegare un concetto attraverso l’evocazione di un’immagine.
Per esempio, quando dici ad un tuo amico: “Non stare lì muto come un pesce.” stai facendo una similitudine.
👉 Qual è la differenza tra metafora e similitudine? La metafora è una similitudine senza termine di paragone: basta cioè togliere dalla frase il “come” per trasformare la similitudine in una metafora.
Ecco qualche esempio:
Sei lento come una lumaca (similitudine) → sei una lumaca (metafora)
Tuo fratello è pauroso come un coniglio (similitudine) → tuo fratello è un coniglio (metafora)
Sei bella come il sole (similitudine) → sei un raggio di sole (metafora)
Sinestesia figura retorica
Anche la sinestesia è un tipo di metafora, si chiama infatti anche “metafora sinestetica", e consiste nell’accostamento di due o più parole che appartengono a sfere sensoriali differenti (vista, olfatto, tatto, udito, gusto). 🖐👄👃
Un esempio di sinestesia è “dolce suono”, in quanto “suono” appartiene alla sfera sensoriale dell’udito, mentre “dolce” a quella del gusto.
Onomatopea figura retorica
Bang! Tic toc! Smack! Zzz… Le onomatopee sono parole che imitano suoni 🥁. Sono molto frequenti nei fumetti (dove sono spesso tratte dalla lingua inglese), ma anche in poesia, vediamo un esempio: “Nei campi c’è un breve gre gre di ranelle”, è un verso tratto da “La mia sera” di Giovanni Pascoli, dove “gre gre” è l’onomatopea che imita il gracidare delle rane. 🐸
L’onomatopea può essere:
- Un verbo (ululare, ronzare, miagolare, scricchiolare, sbuffare)
- Un nome (ululato, ronzio, miagolio, scricchiolio, sbuffo)
- Una voce imitativa (bau, miao, din don, etciù)
Iperbole figura retorica
Quando l’autore vuole esagerare un concetto (sia in grande che in piccolo), allora si serve della figura retorica dell’iperbole.
Per esempio: “È una vita che ti aspetto!” è un’iperbole perché il riferimento di tempo (una vita) è volutamente esagerato.
Anche “Beviamoci un goccio!” è un’iperbole, ma questa volta l’esagerazione avviene per difetto.
Metonimia figura retorica
La metonimia trasferisce un significato da una parola ad un’altra, il termine greco metōnymía si traduce infatti con “scambio di nome”.
Il rapporto tra le due parole può essere di:
- Causa per l’effetto e viceversa ("sentire il campanello” per “sentire il suono del campanello”)
- Contenitore per il contenuto (“bere un bicchiere” per “bere l’acqua nel bicchiere”)
- Autore per l’opera (“ascoltare Bocelli” per “ascoltare le canzoni di Bocelli”)
- Astratto per il concreto e viceversa (“avere fegato” per “avere coraggio”)
- Materiale per l’oggetto (“i bronzi di Riace” per “le statue di bronzo di Riace”)
Ossimoro figura retorica
Quando mettiamo insieme due termini il cui significato è in contraddizione otteniamo un ossimoro. Sono ossimori: “un attimo infinito”, “una falsa verità”, “un dolce dolore”.
👉🙋 Domanda degli studenti GoStudent: molti dei nostri studenti ci chiedono qual è la figura retorica che si usa dicendo “un silenzio assordante”. Si tratta proprio dell’ossimoro!
⚠️ Attenzione! C’è un’altra figura retorica che viene spesso confusa con l’ossimoro: l’antitesi. Anche l’antitesi dà origine a una contrapposizione, ma di solito è formata da più di due parole. Per esempio: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi” è un’antitesi tratta dal libro “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Litote figura retorica
La litote si verifica quando affermiamo un concetto negando il suo contrario. Per dire, ad esempio, che “Marta è bassa” usando una litote, diremo: “Marta non è alta”.
Un esempio celebre di litote ce lo dà Manzoni nei suoi Promessi Sposi, quando, per descrivere la codardia del suo personaggio don Abbondio, scrive: “Don Abbondio non era nato con un cuor di leone”.
Climax figura retorica
Il Climax è una sorta di scala sulla quale posizioniamo le parole creando un effetto di intensità progressiva. 🪜
Il climax può essere:
- Ascendente → “Esta selva selvaggia e aspra e forte” (“Divina Commedia”, Dante Alighieri)
- Discendente (anticlimax) → “Brama assai, poco spera e nulla chiede” (“Gerusalemme Liberata”, Torquato Tasso)
Personificazione figura retorica
Con la personificazione diamo vita a qualcosa (un oggetto, una città, un concetto astratto o un animale), attribuendogli delle azioni e comportamenti umani.
Nei poemi epici (come Eneide, Odissea), molto spesso a essere personificati sono i concetti astratti di amore, fama e gloria. Nelle fiabe per bambini sono gli animali ad agire come gli esseri umani.
Ecco un esempio di personificazione: “Là, presso le allegre ranelle, singhiozza monotono un rivo”. In questo verso de “La mia sera”, Pascoli fa “singhiozzare” un rivo (un fiume), attuando una personificazione.
👉 Ricorda: fai attenzione a non confondere la personificazione con la prosopopea, la figura retorica che permette di dar voce ad animali, oggetti o altre entità astratte. 👻
Esempi di figure retoriche
Dove trovare le figure retoriche? Basta guardarsi un po’ intorno. Il mondo della tv, della letteratura, del cinema e della musica ne è pieno, vediamone alcune.
👉🎵 Nelle canzoni
Antitesi → “Io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai” (“Amore che vieni, amore che vai”, Fabrizio De André)
Iperbole → “L'Universo trova spazio dentro me” (“I giardini di marzo” di Lucio Battisti)
👉🍿 Al cinema
Sinestesia → Profondo rosso (film di Dario Argento)
Ossimoro → Ritorno al futuro (film di Robert Zemeckis)
Antitesi → Mio fratello è figlio unico (film di Daniele Luchetti)
👉🌹 Nella poesia
Metafora → “E 'l naufragar m'è dolce in questo mare” (“L’infinito”, Giacomo Leopardi)
Similitudine → “E caddi come corpo morto cade” (“Divina Commedia”, Dante Alighieri)
Iperbole → “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale” (poesia di Eugenio Montale)
👉📚 Nella letteratura
Ossimoro → “Diavolo d’un frate!” (“Promessi sposi”, Alessandro Manzoni)
Personificazione → “Amor che m'arde il cor, fa questo vento, mentre dibatte intorno al fuoco l'ali. Amor, con che miracolo lo fai, che 'n fuoco il tenghi, e nol consumi mai?” (“L’Orlando Furioso”, Ludovico Ariosto)
👉📺 Nella pubblicità
Personificazione → “La scarpa che respira” (pubblicità scarpa Geox)
Climax → “Altissima. Purissima. Levissima” (pubblicità acqua Levissima)
Antitesi → “Buono da diventar cattivi” (Pubblicità Kinder Bueno)