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Fiabe dal mondo per bambini

Capitoli


  1. Perché leggere fiabe dal mondo
  2. Racconti dal mondo per bambini

Dall’Asia all’America, dal Giappone all’Europa, ecco sei fiabe da raccontare ai tuoi bambini per trasportarli nella magia di un mondo lontano.

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Perché leggere fiabe dal mondo

 

Le fiabe 🧚‍♀️ sono un’opportunità per trasmettere ai più piccoli valori morali e importanti insegnamenti di vita, come il rispetto per le altre culture. Leggere racconti provenienti da paesi lontani ci insegna a vedere la realtà attraverso occhi diversi, ci porta a scoprire usanze di altri popoli, ci aiuta ad aprire la mente e a non avere preconcetti nei confronti del diverso.

Il nostro mondo globalizzato è sempre più interconnesso, ai nostri figli capiterà sicuramente di lavorare e studiare in ambienti multiculturali e di rapportarsi con persone di culture anche molto diverse dalla propria. Allora perché non iniziare questa educazione interculturale già dall’infanzia? E quale modo migliore se non leggere ai tuoi figli delle favole dal mondo? 🌎

 

Racconti dal mondo per bambini

 

Fiaba cinese - La leggenda del calendario cinese

Secondo il calendario cinese a ogni anno corrisponde un animale: il topo, il bue, la tigre, il coniglio, il drago, il serpente, il cavallo, la capra, la scimmia, il gallo, il cane e il maiale. Sai perché proprio questi animali?

Secondo la leggenda, tanti anni fa gli uomini della Cina decisero di attribuire a ogni anno il nome di un animale. Nel mondo però ci sono tantissimi animali e loro potevano sceglierne solo dodici. Come fare? Decisero di organizzare una gara: scelsero un giorno preciso e decretarono che gli animali che si sarebbero presentati per primi davanti a loro quella mattina sarebbero stati scelti per il calendario. Il gatto e il topo, che erano amici, decisero di partecipare insieme, la mattina della gara il topo avrebbe dovuto svegliare il gatto, ma preso dalla fretta si dimenticò. Il gatto così perse la gara e da quel giorno i due non si possono più sopportare. Il topo invece, arrivò addirittura per primo, usando uno stratagemma: si arrampicò sulle spalle di un bue e appena prima del traguardo saltò giù e attraversò la linea d’arrivo. Il topo si guadagnò così la prima posizione nel calendario cinese. 🐭

Fiaba degli aborigeni australiani - La creazione della Via Lattea

Gli aborigeni australiani, come anche i popoli della Polinesia e della Nuova Zelanda, vivevano soprattutto di pesca, motivo per cui le loro fiabe sono spesso ambientate tra le onde dell’oceano Pacifico. 🌊 Questa favola aborigena racconta l’origine della Via Lattea.

Nurunderi e Nepele erano tra i più abili pescatori aborigeni. Un giorno, mentre tornavano verso la spiaggia dopo una fortunata battuta di pesca, nella loro rete rimase impigliato un pesce mai visto prima. Era molto grande e le sue squame erano lucide e brillavano al sole. I due pescatori rimasero incantati a guardarlo e non si accorsero che il sole stava tramontando. Per paura di non riuscire a navigare al buio, staccarono le squame luminose del pesce e le lanciarono in cielo, illuminando la notte scura. Le squame, invece di cadere, si fissarono nel cielo per opera di una misteriosa magia. Fu così che i due pescatori riuscirono a trovare la strada di casa e che vennero create le stelle della Via Lattea. 🌌

Fiaba africana - La giraffa vanitosa

In africa i protagonisti delle fiabe per bambini sono spesso gli animali della savana e, quasi sempre, le loro storie trasmettono un insegnamento, come accade nella favola della giraffa vanitosa. 🦒

In Africa viveva una giraffa bellissima, elegante, snella e la più alta fra tutte. La giraffa era consapevole della sua bellezza e, vanitosa com’era, andava in giro per la savana tutto il giorno dicendo: “Guardatemi, sono la più bella!”. Non aiutava mai gli altri animali e non si preoccupava per loro, presa com’era da se stessa. Un giorno però, una scimmia decise di darle una lezione. Consigliò alla giraffa di prendere dei datteri che si trovavano molto in alto su un albero, dicendole che erano i più dolci che avesse mai provato. La giraffa provò e riprovò ma non ci riuscì, erano troppo in alto. Allora la scimmia salì sulla sua schiena e si arrampicò sulla sua testa fino ad arrivare a cogliere i datteri. Quando scese a terra la scimmia disse alla giraffa: “Vedi, cara mia, sarai anche la più bella e alta di tutti, ma non puoi fare a meno degli altri animali, devi imparare a rispettarli”. Da quel giorno la giraffa imparò la lezione e non mancò più di rispetto agli altri animali.

Fiaba degli indiani d’America - Perché i corvi sono neri

Le favole degli indiani d’America parlano di bufali, coyote, lupi e altri animali tipici del Centro e Nord America. 🦅 Raccontano della vita nelle tribù, del legame tra gli uomini e la natura, della magia degli sciamani e di valori come la lealtà e il coraggio.

Molto tempo fa, nelle praterie del Nord America, gli uomini vivevano in tribù e cacciavano i bufali, grazie ai quali potevano nutrirsi e fabbricare vestiti e coperte per proteggersi dal freddo. C’era però un problema: i corvi, che al tempo erano bianchi e non neri, erano molto amici dei bufali. Ogni volta che gli uomini tentavano di avvicinarsi ai bufali per catturarli, i corvi dall’alto li vedevano arrivare e avvisavano i loro amici del pericolo, facendoli scappare.

Allora, il capo della tribù gli uomini ebbe un’idea: diede a suo nipote una grande pelle di bufalo e lo mandò a nascondersi tra gli altri bufali nella prateria. Quando i corvi mandarono l’allarme per l’arrivo degli uomini, tutti i bufali scapparono tranne ovviamente il “finto bufalo”. Un corvo si avvicinò a lui per dirgli di scappare e, in quel momento, il nipote del capo tribù si tolse la pelle di bufalo, afferrò il corvo per le gambe e lo catturò. Gli uomini della tribù cercarono di bruciare il corvo, ma lui riuscì a liberarsi e a scappare. Le sue piume però, bruciate dal fuoco, divennero nere e così anche quelle dei suoi figli e di tutti i corvi da quel giorno in poi.

Fiaba Indiana - La volpe e il bramino

L’India è un luogo magico, ricco di cultura, tradizione e spiritualità. Un luogo dove vivono tigri, elefanti, maharaja e incantatori di serpenti. 🐍 La storia della volpe e del bramino è una favola che insegna l’importanza di essere gentili ma anche furbi.

Un giorno un bramino (un sacerdote indiano), mentre attraversava una foresta, si imbattè in una gabbia nella quale era stata rinchiusa una bellissima tigre. 🐯 Il bramino, che era di animo buono, decise di liberarla, anche se sapeva quanto potesse essere pericolosa. La tigre gli promise che non l’avrebbe mangiato ma, quando fu fuori dalla gabbia, non mantenne la sua promessa e si avvicinò al bramino per divorarlo.

Il bramino, per guadagnare un po’ di tempo, le disse: “Prima di mangiarmi, sentiamo cosa ne pensa quest’albero!”. L’albero rispose che gli uomini erano cattivi, perché tagliavano gli alberi per fare la carta e che quindi la tigre faceva bene a mangiarlo. Il bramino fece la stessa domanda a un asino, ma anche lui rispose: “Gli uomini sono creature perfide, sfruttano gli asini tutta la vita e poi li abbandonano, mangialo pure tigre!".

Come ultima spiaggia, il bramino raccontò l’accaduto ad una volpe che passava di lì e le fece la stessa domanda. La volpe rispose che non credeva al fatto che una tigre così grande potesse stare in una gabbia così piccola. La tigre, offesa per essere stata accusata di mentire, si infilò di nuovo nella gabbia per mostrare alla volpe di aver ragione. La volpe allora chiuse la gabbia e, con la sua furbizia innata, salvò il bramino.

Fiaba Giapponese - Momotaro

Momotaro è una delle fiabe giapponesi più conosciute, racconta la storia di un bambino nato da una pesca, 🍑 che salva il suo paese dalla minaccia degli orchi. Ecco l’intera fiaba. 👇

Un giorno, una vecchia contadina giapponese andò al fiume per fare il bucato. Mentre lavava i panni, notò una grande pesca trasportata dalla corrente del fiume, la raccolse e la portò a casa per mostrarla a suo marito. Quando il marito tagliò la pesca, al suo interno trovò un neonato. 👶 I vecchietti chiamarono il bambino Momotaro, che significa “figlio della pesca”, e lo tennero con loro. Momotaro crebbe grande e forte, così forte che era in grado di sradicare un albero a mani nude.

La regione in cui viveva Momotaro insieme ai suoi genitori adottivi era spesso presa di mira dagli orchi, che derubavano e spaventavano i poveri contadini. Momotaro non sopportava di vedere i suoi amici maltrattati, decise così di partire per sconfiggere gli orchi una volta per tutte. Portò con sé tre focacce di miglio (le migliori del Giappone) che gli avevano preparato con amore i suoi genitori.

Lungo il suo viaggio per raggiungere il castello degli orchi, Momotaro incontrò tre animali: un cane, una scimmia e un fagiano. A ogni animale il ragazzo offrì la metà di una sua focaccia e loro in cambio gli promisero il loro aiuto. Arrivati al castello, Momotaro e i suoi tre amici riuscirono a sconfiggere gli orchi grazie al gioco di squadra: il fagiano beccava gli occhi dei nemici, il cane gli mordeva le gambe e la scimmia li graffiava. Sconfitti gli orchi, Momotaro tornò in paese e restituì ai contadini tutto ciò che gli orchi avevano rubato.