Capitoli
- Quando i bambini non mangiano
- Bambino che non mangia: cosa dice la psicologia
- Cosa fare con bambini che non vogliono mangiare
Se non mangi la minestra… tutti sappiamo come va a finire! I bambini fanno i capricci a tavola? Ci sono rischi se saltano un pasto? È giusto forzarli a mangiare? Ecco le risposte a queste e altre domande sui bambini che non mangiano.
Quando i bambini non mangiano
Aiuto, mio figlio non mangia! 😱 Se i muri degli ambulatori pediatrici potessero parlare, riferirebbero senza dubbio questa preoccupazione. Che è in cima alla lista dei grattacapi di mamme e papà di bambini di età inferiore ai 4 anni.
Un bambino che “non mangia” - sarebbe più corretto dire che mangia poco, o che rifiuta spesso alcuni cibi - può far preoccupare i genitori, che in Italia soprattutto si dimostrano estremamente sensibili all’argomento. Sarà “colpa” della nostra apprezzatissima tradizione gastronomica e dell’abitudine al mangiar bene? 🍝
Sia come sia, un bambino che “fa i capricci” (tra virgolette, perché di capricci non si tratta) a tavola si configura come un problema da risolvere. E lo stesso dicasi per un adolescente che, alla stessa maniera, fa le bizze ogni qual volta mette le gambe sotto al tavolo.
Bisogna distinguere subito però:
- Ci sono bambini che mangiano poco
- Altri che, in una fase della crescita, tendono a rifiutare qualsiasi cibo nuovo
- Altri ancora che di punto in bianco non vogliono mangiare ciò che il giorno prima avevano mangiato (e apprezzato)
- Infine, alcuni adolescenti ripropongono questi stessi comportamenti in piena pubertà
I bambini che proprio non mangiano nulla non esistono… o quasi. Un bambino piccolo può rifiutare completamente il cibo se ha la febbre o è malato, 🤒 ma anche durante una fase critica dello svezzamento. 🍼 Un neonato che si rifiuta di mangiare, invece, è da tenere sott’occhio: se l’inappetenza dovesse continuare per qualche ora è il caso di consultare subito il pediatra.
Bambino che non mangia: cosa dice la psicologia
Ma insomma, è normale o no che i bambini facciano storie per mangiare o che, in alcuni casi, si rifiutino proprio di mangiare? Sì, nel periodo 1-3 anni. Come abbiamo appena visto, lo svezzamento è un periodo critico per alcuni bambini, che possono manifestare una forma di ostilità verso quanto è nuovo.
Ma non solo: circa intorno ai 2 anni, il bambino inizia a costruirsi la propria personalità. 💪 Da “cocco di mamma” cerca di evolvere in un individuo autonomo, per quanto questa idea possa farci sorridere se pensiamo alla sua giovanissima età; ma il distacco dalla mamma, in realtà, comincia già prima dell’anno di vita.
Ecco allora che il bambino può rifiutare il cibo… per il solo gusto di farlo e affermare la propria autorità. 👮♂️ “Non mangio questo cibo perché ho deciso che non voglio mangiarlo” insomma, qualcosa del genere. Questa fase può durare fino ai 3 anni (e anche un poco oltre), quindi non c’è da stupirsi se tra i 12 e i 36 mesi il momento della pappa diventa un po’ burrascoso.
Ma come deve comportarsi un genitore? Ha senso riproporre il cibo rifiutato? E ha senso provare a convivere o, anche, costringere il bambino a mangiare?
- Per stabilire che un cibo non gli piace, il bambino dovrà averlo assaggiato almeno 10-15 volte
- Ha senso dunque riproporlo, ma con preparazioni (ricette) diverse
- Mai costringere un bambino a mangiare, piuttosto inutile anche pregarlo di mangiare
- Se un bambino salta un pasto non è un problema
- Mangiare con regolarità (5 pasti al giorno) e, quando possibile, tutti insieme (con mamma, papà e fratelli)
- Rendere il momento del pasto un momento allegro e gioioso
- Dare il buon esempio: mangiare una buona varietà di cibi e mostrare di apprezzarli
- Cercare di motivare il bambino verso il cibo, esaltandone colore, profumo, gusto e consistenza
Cos’è la neofobia e come si manifesta nel bambino?
La neofobia altro non è che il timore delle novità. Siamo uomini delle caverne sotto sotto, e per quanto questa notizia possa sorprenderci… la nostra mente non è cambiata molto in migliaia di anni di evoluzione! 🦖 Dunque la maggior parte di noi ha insita in sé una diffidenza per tutto ciò che è nuovo (novità equivaleva a potenziale pericolo per l’uomo primitivo).
Si parla di neofobia legata al cibo quando il bambino, o l’adolescente, tende a rifiutare tutto ciò che è nuovo, anche (o soprattutto) a tavola. È abbastanza normale avere timore per le novità intorno ai 2 anni e durante la pubertà. E di solito, è una fase passeggera.
Cosa fare con bambini che non vogliono mangiare
Abbiamo già visto alcuni consigli di massima, vediamo ora altri comportamenti che i genitori possono mettere in atto per aiutare il bambino a mangiare e a sviluppare un sano rapporto con il cibo - cosa che diminuisce le chance di disturbi del comportamento alimentare da grande.
No ai fuoripasto
Per prima cosa assicurati che tuo figlio si presenti al momento del pasto affamato. Quindi no ai fuoripasto, i pasti per un bambino sono 5 (colazione-merenda-pranzo-merenda-cena) e tali devono rimanere. E se salta il pranzo… attende fino al pasto successivo, senza “compensazioni”. 🍫
Sì all’autoregolazione
I bambini sanno autoregolarsi con il cibo. Ti stupisce? Puoi fidarti di tuo figlio per quanto riguarda quantità e senso di sazietà, ma devi lasciargli modo di esercitare questa sua abilità. Quindi mai forzarlo se non vuole mangiare più.
Durante lo svezzamento, spazio alle sperimentazioni
Il pensiero di un bimbo che pasticcia il cibo con le mani e se lo spalma sulla faccia non è dei più rasserenanti, 🤢 però… ha senso lasciarglielo fare! Nello svezzamento un bimbo dovrebbe conoscere quanti più cibi è possibile e aver modo di imparare da solo quando ha fame, di cosa ha voglia, quando si sente sazio.
Sì al coinvolgimento
Porta tuo figlio a fare la spesa, fai in modo che possa scegliere di mangiare un frutto o una verdura solo sulla base del colore (quando sarà più grande, insegnagli a leggere le etichette alimentari), 🍅 coinvolgilo per quanto ti è possibile anche nella scelta delle ricette preparazione del pasto - inizialmente, solo come spettatore - e fagli dire la sua sul menù previsto per pranzo e cena.