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Come spiegare la malattia del genitore ai bambini

Capitoli

  1. Bisogna parlare della malattia ai bambini?
  2. Quando parlare della malattia?
  3. Come spiegare la malattia ad un bambino?


Se c’è qualcosa di ancora più doloroso di una malattia, è trovare un modo per comunicarlo al proprio figlio. In momenti del genere, regnano la paura, l’ansia e l’incertezza. 

Sono tante le domande e i dubbi che possono affollare la tua mente: "esiste un modo adeguato per dirglielo? Forse è meglio aspettare e trovare il momento giusto per parlargliene? E se non trovassi le parole per spiegargli cosa sto passando?". Trovare una risposta a tutti questi interrogativi potrebbe essere talmente faticoso e difficile da spingerti alla radicale decisione di non parlarne affatto. 

In questo articolo cercheremo di capire come comportarci in un momento così delicato e sensibile e proveremo a ragionare su come introdurre il tema della malattia a tuo figlio. 👇 

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Bisogna parlare della malattia ai bambini?

 

Viviamo in un periodo storico alquanto particolare, nel quale il tema della malattia ha assunto una rilevanza tale da divenire il perno attorno al quale ruotano le nostre vite. La capillare diffusione del COVID-19 🦠 ha reso necessaria una globale riorganizzazione delle abitudini sociali e lavorative di tutti noi. Ormai ci stiamo abituando a convivere con la pandemia, ma è comunque difficile liberarci di quel senso di angoscia e paura che si sta cronicizzando nelle nostre menti.

Ma perché la nostra paura è così pervasiva? 😱

I nostri timori non si limitano al dolore fisico che può causare una malattia, ciò che ci terrorizza, infatti, è il cambiamento: una malattia può cambiare le nostre abitudini, può renderci meno autonomi, può modificare il nostro aspetto, ci costringe ad affrontare un dolore psicologico che talvolta è di gran lunga più difficile da fronteggiare di quello fisico. 🥺

Forse è proprio questo genere di paura che spesso ci spinge a nascondere la malattia, specialmente ai nostri figli. Non vogliamo che un bambino sia costretto a sopportare lo stesso dolore di cui persino un adulto fa fatica a farsi carico e, quindi, preferiamo che la vita di nostro figlio prosegua senza subire stravolgimenti.

L’idea che tuo figlio possa mantenere le proprie abitudini e la propria serenità, evitando di doversi confrontare con temi come “malattia” e “morte”, può essere, da una parte, rassicurante, ma siamo sicuri che sia la decisione giusta? 

Ogni malattia porta con sé importanti trasformazioni dal punto di vista psico-fisico: se i cambiamenti corporei sono immediatamente visibili, quelli psicologici sono, all’apparenza, invisibili, ma possono avere un importante impatto sul clima familiare.

Quell’atmosfera grigia, segnata da pianti solitari, espressioni cupe e segrete e silenziose conversazioni col proprio partner, non può non essere percepita da tuo figlio. ☁️ Quest’ultimo potrebbe chiedersi perché la mamma o il papà si comportino in maniera così strana e potrebbe persino sentirsi lui stesso la causa di quel clima malinconico che aleggia nella casa. 🌧️

Tuo figlio potrebbe domandarsi se il tuo cattivo umore è dovuto alla sua condotta o se quelle volte in cui ti ha scoperto a parlare a bassa voce col tuo partner non steste cercando dei provvedimenti per punire i suoi comportamenti. Proprio per evitare che tuo figlio si debba confrontare col senso di colpa, è importante che tu trovi un modo per parlargli di ciò che sta succedendo. Per quanto possa essere un compito estremamente difficile, spiegare la malattia a tuo figlio ti permetterà di lavorare sia sulle tue emozioni, ma, soprattutto, sulle sue, evitandogli di cadere nella solitudine del senso di colpa.

 

Quando parlare della malattia?

 

Una delle più grandi difficoltà nel dover spiegare la malattia è data dall’incertezza. È difficile prevedere il decorso di una malattia, così come, molto spesso, non si hanno sufficienti informazioni o competenze per capire a fondo il male di cui si è afflitti. 😟 

Il pensiero di non aver risposta alle numerosissime domande che ti porrà tuo figlio potrebbe spaventarti a tal punto da spingerti a posticipare il più possibile il momento in cui affrontare questo discorso.

Potresti essere in attesa di quel momento in cui ci saranno più certezze. D’altro canto è normale che tu ti possa chiedere: come posso spiegare la malattia a mio figlio, se non riesco a dare una spiegazione a me stesso?

In realtà, è irrealistico aspettare “il momento giusto” per spiegare la malattia. Sfortunatamente, quel fatidico momento potrebbe non arrivare mai, proprio perché non esiste nulla di certo quando si affronta una malattia. Considerata la difficoltà, data dall’incertezza, di definire “cosa succederà domani” è importante saper giocare d’anticipo. Si potrebbe dire che il momento giusto è “il prima possibile”. Appena ti sentirai pronto, quindi, cerca il modo migliore per spiegare la malattia a tuo figlio.  

 

Come spiegare la malattia ad un bambino?

 

Sfortunatamente, non c’è un manuale di istruzioni universale per spiegare ai propri figli la malattia. Ogni bambino fa parte di una sistema familiare con la sua unicità e, proprio per questo, è importante che tu riesca a trovare un modo di avvicinarti al tema della malattia che per lui sia comprensibile. Possiamo, comunque, suggerirti delle strategie per aiutarti a rendere più facile questo momento. 👇 

Come dev’essere il racconto?

Come riuscire a trovare le parole giuste? Il primo consiglio, semplice e diretto, è quello di non perdere troppo tempo per trovare le “parole magiche” per spiegare la tua malattia. 

Il racconto deve essere semplice e immediato; ci penserà il tuo bambino a tartassarti di domande e cercare una risposta a ogni singola curiosità. È importante che tu renda il racconto il più essenziale e chiaro possibile per evitare di creare confusione nella testa di tuo figlio e per dissuaderlo dal volare troppo di fantasia. 💭

A tal proposito, è importante che il tuo racconto sia quanto più diretto: utilizzare formule che evitano di parlare in modo esplicito della malattia o delle possibili conseguenze, rischia di alimentare fantasiosi voli immaginativi nella mente di tuo figlio.

👉 Ad esempio, dire che “la mamma ha mal di testa” può indurlo a pensare che la malattia non sia poi così grave, d’altro canto lui è sempre guarito dal dolore alla testolina!

Allo stesso modo, dire “il papà è andato via” piuttosto che “il papà è morto” può farlo vivere nella vana attesa di un suo eventuale ritorno.

Può essere utile, per spiegare la malattia a un bambino, ricorrere a narrazioni, immagini o oggetti che, soprattutto nel caso di bambini più piccoli, rendano chiaro cosa stia succedendo.

Ad esempio, per dire a un bambino che la mamma ha un tumore, si può utilizzare un disegno o un bambolotto per mostrargli, nel modo più chiaro possibile, cosa sta succedendo nel suo corpo: dove si trova il tumore? Cosa potrebbe cambiare nel suo aspetto fisico? Cosa potrebbe succedere alla mamma nei prossimi mesi? Sono tutte domande a cui bisogna dare risposta: in questi casi, per spiegare il tumore a tuo figlio sarà utile insegnargli cosa sia un tumore.  

Priorità alle emozioni

Vi abbiamo appena suggerito di prediligere una spiegazione semplice, ma chiara e diretta. Parlare di “malattia” e “morte” è tutt’altro che facile.

Ci troviamo di fronte a temi che possono andare a toccare tasti emotivi molto delicati. Oltre alla tristezza, che è sicuramente il sottofondo emotivo che vi accompagnerà lungo questo percorso, esiste un’altra emozione che bisognerà imparare a tenere a bada: la frustrazione.

La frustrazione è un’emozione con la quale abbiamo a che fare spesso, tant’è che familiarizziamo con essa fin dalla nascita. Ma se la frustrazione della vita quotidiana raggiunge livelli sopportabili, nel caso della malattia la soglia della sopportabilità viene ampiamente superata. È frustrante avere a che fare con una malattia di fronte alla quale siamo inermi, così come lo è il fatto di non avere una risposta a tutte le domande che gravitano attorno a questo tema.

L’unico modo per riuscire a gestire la propria frustrazione è accettare la propria impotenza e il fatto di trovarsi in una condizione di incertezza. Ovviamente, non è assolutamente facile riuscire in quest’impresa, così come non è semplice riuscire a controllare il senso di colpa, di cui si è parlato in precedenza, e la rabbia, che spesso emerge verso a tutti i cambiamenti e le rinunce che comporta la malattia.

Tuttavia, proprio per il livello di attivazione emotiva a cui si è esposti durante la malattia, è importante dare la priorità alle emozioni: parlare di emozioni, capire come si senta tuo figlio e assicurarsi di quanto abbia capito del tuo male è fondamentale per evitare che venga travolto dalla situazione. 

Mai da solo

Ricordati bene: non sei mai solo. Non devi aver paura di mostrare la tua sofferenza e il tuo dolore a chi ti sta vicino. Solo cercando l’appoggio di familiari, amici, associazioni, psicologi e medici potrai trovare le forze per affrontare questo percorso e la spinta per spiegare cosa stai affrontando a tuo figlio.

D’altro canto, così come per tuo figlio è importante parlare con te della malattia per rendersi conto di cosa sta succedendo, allo stesso modo sarà importante che tu trovi qualcuno con cui parlarne per ricevere quel sostegno emotivo e psicologico necessario.

Può essere importante trovare l’appoggio e l'aiuto di qualcuno per parlare della malattia a tuo figlio. Quindi, quando avrai deciso di parlargliene, fallo assieme al tuo partner o a un altro familiare, perché possa aiutarti a trovare le parole quando ti sembrerà che non riescano più a uscire dalla tua bocca.

Qual è il momento giusto?

Più che “in quale momento” è importante capire “dove” parlare della malattia. Cerca di parlarne in un posto familiare o piacevole per tuo figlio. Nella sua cameretta 🏠 o in un luogo “speciale” che può avere un importante significato emotivo per la famiglia. Ovviamente, prendetevi più tempo possibile e non fissate nessun impegno, perché l’unica cosa importante, da quel momento in poi, sarà rimanere vicini. 

E dopo, cosa succede?

Non è possibile prevedere come reagirà tuo figlio al racconto della tua malattia. Potrebbe arrabbiarsi, rifiutare la realtà delle cose e urlarti contro… 

Potrebbe riempirti di domande, ma apparire inaspettatamente “freddo”... Potrebbe crollare in un pianto ininterrotto… Ma, indipendentemente da come reagirà al tuo racconto, tu sentirai solo il gran dolore dato dall’aver inferto una ferita così profonda a tuo figlio.

Potrebbe sembrarti ingiusto che il tuo bambino, ancora così piccolo, debba soffrire per la tua malattia, ma è impossibile evitargli questo tipo di sofferenza. Riuscire a spiegargli la tua malattia è il più grande favore che possa fargli: ora non ti resterà che aspettare e cercare, assieme a lui e a tutte le persone che ti supporteranno in questo percorso, di trovare il modo di creare una nuova routine che vi permetta di riorganizzare le vostre vite attorno alla malattia. ❤️