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Come spiegare la morte ai bambini

Capitoli

  1. Lutto in famiglia: cosa fare?
  2. Come parlare della morte ai bambini
  3. Come dire ai bambini della morte di un nonno

Nessuno ha voglia di farlo ma a tutti capita prima o poi di doverlo fare: spiegare la morte a un bambino. Vediamo come farlo nella maniera più premurosa ma efficace possibile.

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Lutto in famiglia: cosa fare?

 

C’è chi si trova a doverlo affrontare prima e chi dopo, ma capita a tutti: un lutto, prima o poi, coinvolge qualsiasi famiglia. Bambini inclusi, con conseguente preoccupazione o senso di inadeguatezza dei genitori. Come spiegare la morte ai bambini? Come rispondere alle loro domande? Vanno coinvolti nei numerosi e spesso poco piacevoli rituali che accompagnano la morte? 

Il tema di come spiegare la morte ai bambini riguarda genitori credenti (di qualsiasi credo) e atei, senza distinzione; ci sono però differenze riguardo alle spiegazioni che si possono dare al proprio figlio in base all’età di quest’ultimo.

Se si tratta di un lutto improvviso c’è ovviamente pochissimo o nessun tempo per prepararsi a parlare al figlio; nel caso invece in cui un parente (o un amico) sia colpito da malattia inguaribile 😷, bisognerebbe cogliere l’occasione per introdurre l’argomento con gradualità.

Il che ci porta al primo consiglio: mai tagliar fuori completamente un bambino. Non metterlo a parte di nulla e, anzi, negare l’evidenza dei fatti non può che essere controproducente; se la situazione è particolarmente delicata, come una malattia che riguarda uno dei due genitori, opportuno è anche l'aiuto di uno psicologo infantile (ce ne sono anche specializzati in lutti e perdite). 

 

Come parlare della morte ai bambini

 

Ti sarà forse capitato che tuo figlio abbia fatto qualche domanda sulla morte. Magari in occasione della morte di un animale domestico 🐈, evento che lo ha destabilizzato dal punto di vista emotivo e che lo ha portato a farti domande che ti hanno messo in grossa difficoltà.

Spesso infatti il nostro desiderio di vedere sempre felici e sereni i nostri figli ci porta a evitare di parlare di temi “scomodi”, il primo dei quali è sicuramente la morte; è quasi superfluo però ricordare che abbiamo un ruolo centrale nell’educare i nostri figli alla vita. Il che include anche prepararli ad affrontare la morte di una persona cara.

Come parlare della morte ai bambini? La risposta non può prescindere dall’età del bambino.

Bambini fino a 3 anni

Fino ai 3 anni è piuttosto difficile intavolare un dialogo con un bambino riguardo alla morte, anche perché essa non è proprio contemplata nel suo orizzonte. Un bimbo piccolo non è in grado di comprendere cosa sia la morte, ma è perfettamente in grado di sentirsi triste, agitato, in ansia. Il tuo obiettivo deve quindi essere quello di rassicurarlo e calmarlo il più possibile. 💓 Se ti pone delle domande, per quanto strane, rispondi sempre: meglio una storiella inventata e fantasiosa che un atteggiamento evasivo.

Bambini da 3 a 6 anni 

Dopo i 3 anni i bambini sono in grado di capire cosa sia la morte ma non sono in grado di comprendere che chi muore non tornerà 💀. Inoltre, intorno ai 5-6 anni la morte suscita di colpo molta curiosità nei bambini, che sono soliti porre molte domande sul tema. Occasione perfetta per rispondere: in maniera adeguata alla loro età, facendo loro capire che la morte fa del ciclo della vita, che la vita continua, che per ogni morte c’è sempre una nascita e che chi muore può vivere per sempre nel ricordo delle persone che gli hanno voluto bene.

Bambini da 6 a 11 anni

I bambini in questa fase della crescita sono in grado di capire cosa sia la morte e anche che la persona cara non tornerà più, ma fanno ancora molta fatica a farsi una ragione di ciò che è successo. Per questo motivo possono esternare le loro emozioni in maniera forte o aggressiva o, al contrario, tramite atteggiamenti regressivi. Con un bambino di questa età si può essere più precisi nel rispondere alle sue domande ma sempre cercando di infondere un messaggio di speranza, ovvero che la vita continua in tante altre forme 🌱. 

Dagli 11 anni

Dopo gli 11 anni i bambini (che di lì a poco non saranno più bambini!) sono perfettamente in grado di comprendere cosa sia la morte ma hanno bisogno di un aiuto per gestire le proprie emozioni. Se tuo figlio ti fa domande anche molto precise, se ha desiderio di sapere, accontentalo, sempre con il giusto tatto e mettendo l’accento sulla speranza; per aiutarlo a esternare le sue emozioni, esternale tu stesso, non mostrarti imbarazzato o in difficoltà a esprimere ciò che senti 😢. Lo aiuterai a fare lo stesso e a creare un rapporto di fiducia



Come dire ai bambini della morte del nonno

 

Tenendo conto delle differenze relative all’età che abbiamo appena visto, ecco qualche consiglio per dire ai bambini che uno dei nonni è venuto a mancare.

Se il nonno è malato, parlagliene

A nessuno piacciono le brutte sorprese. Ai bambini tantomeno, non essendo ancora in grado di affrontare la tematica della morte con il supporto della razionalità. Dunque se sai che il nonno a breve verrà a mancare 👴, aiuta tuo figlio a prepararsi per tempo. Tienilo aggiornato, comunicandogli sempre le notizie in modo adeguato alla sua età (quantità di informazioni, parole da usare ecc.).

Fai esempi che conosce

Se in famiglia avete perso un animale domestico, o se nel cartone animato preferito di tuo figlio uno dei personaggi è venuto a mancare, collegati a quell’evento: ricondurre la perdita del nonno a qualcosa che conosce già lo aiuterà a comprendere la situazione.

Sii sincero, evita le bugie

Non si può nascondere la morte di un nonno. Allo stesso modo sono da evitare promesse che non si possono mantenere, del tipo “un giorno tornerà”, oppure “si è allontanato per un lungo periodo”, nel tentativo di essere iperprotettivi con i propri figli. Nascondere la verità non ha senso: sii sincero e schietto ma, allo stesso tempo, non brutale. 

Accogli la sua reazione e ascolta ciò che ha da dire

Per quanto scomposta, esagerata o infantile possa sembrarti la reazione di tuo figlio alla notizia della morte del nonno, accoglila per quella che è. Ricorda che è un bambino 👶 e che non ha i tuoi mezzi per far fronte razionalmente all’evento. Condividi con lui le tue emozioni e aiutalo a dare un nome a ciò che sente, stimolando domande che ha dentro di sé. 

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