Capitoli
- Educare alla diversità. Perché?
- Educare alla diversità alla scuola primaria
- Educazione interculturale (come farla)
- Educazione alla diversità, cosa dice la legge
L’educazione alla diversità è una parte importante del processo di crescita di un bambino. Spesso sottovalutata dai genitori, semplicemente perché… non si sa come farla. Ecco alcuni consigli pratici!
Educare alla diversità. Perché?
Dal punto di vista di un genitore, che probabilmente conosce e accoglie le molteplici diversità che caratterizzano il genere umano nel suo complesso, può sembrare quasi superfluo dover educare i propri figli alla diversità. Ma diversità di cosa, poi? 🤔
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Di cultura
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Di origine
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Di aspetto fisico
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Di genere
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Di orientamento affettivo e sessuale
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Di abitudini
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Di abilità
L’elenco si potrebbe continuare ancora a lungo. Il concetto è che la diversità riguarda tutto e tutti: siamo tutti unici del resto, dunque siamo tutti diversi. 🦄
Si pensa spesso che educare alla diversità significhi far conoscere a bambini e ragazzi situazione quasi limite: persone molto diverse da loro da osservare un po’ come si fa con gli animali allo zoo.
L’educazione alla diversità è invece qualcosa di molto più sottile e significativo. Si tratta di crescere adulti in grado di essere pienamente cittadini del mondo, pronti ad affrontare positivamente qualsiasi situazione gli si presenti davanti.
Ma si tratta anche di dare il proprio contributo alla lotta contro le discriminazioni di ogni tipo. 🚫 Che oggi riguardano qualcun altro, ma domani potrebbero riguardare proprio i nostri figli. Non è un mistero che il bullismo a scuola sia sempre più diffuso, a partire dalla scuola primaria.
Fenomeni come il bullismo affondano le proprie radici anche nell’incapacità di concepire che esiste un diverso da sé. Si tende a dire che i bulli se la prendono con i deboli, in realtà sarebbe corretto dire che se la prendono con chi è diverso. Non in senso assoluto, ma relativo: diverso da loro. Come possiamo fare allora a crescere figli consapevoli che la diversità è ricchezza e che in fondo, proprio come la perfezione, non esiste?
Educare alla diversità alla scuola primaria
Se un bambino che frequenta l’asilo ci può sembrare troppo piccolo per recepire un discorso sulla diversità, un bambino che va alla scuola elementare è invece il “candidato” perfetto! Ma prima di parlare di come educare alla diversità figli dai 6 ai 10 anni, è utile fare il punto su alcuni concetti essenziali:
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I bambini imparano più dall’esempio che dalle parole ☝️
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Non si è mai troppo piccoli per imparare a essere gentili 💕
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Ogni cosa che fai e che dici è importante per l’educazione di tuo figlio, che osserva e impara dai tuoi atteggiamenti e dal tuo comportamento 👶
Come è possibile dunque educare un bambino alla diversità? E, in fondo, non ci dovrebbe pensare la scuola? La risposta a questa seconda domanda è: sì, anche. L’educazione alla diversità deve essere fatta anche in classe, dove i bambini devono potersi trovare in un ambiente inclusivo e accogliente.
Ma la famiglia deve fare la sua parte. Tu come genitore puoi farla molto semplicemente, ecco come:
Insegna l’importanza dell’ascolto
Il primo passo per rispettare la diversità degli altri è ascoltare cosa hanno da dire. 👂 Devi farlo anche tu nei confronti di tuo figlio: sarebbe inutile predicare il rispetto dell’altro se, per primo, non permetti a tuo figlio di esprimere la sua opinione. Per quanto sbagliata ti possa sembrare: l’importante è permettergli di esprimerla e considerarla con sincero interesse. Poi, se ne può parlare.
Coltiva il dialogo
Lo step successivo è quello di permettere a qualsiasi componente della famiglia di essere parte attiva in un dialogo. L’educazione parentale e l’educazione alla diversità hanno molti punti in comune: un genitore autoritario non rispetta la diversità del proprio figlio. 😔 Stabilire un dialogo significa permettere all’altro di esprimere la propria (diversa) opinione e dare a sé stessi la possibilità di accoglierla, valutarla e magari cambiare la propria idea.
Aiuta tuo figlio a sviluppare l’empatia
Per rispettare la diversità degli altri serve essere in grado proprio di capire gli altri. E per capirli bisogna essere capaci di mettersi nei loro panni. Camminare nelle loro scarpe, 👟 come si suol dire. L’empatia può essere esercitata: è anche divertente! Aiuta tuo figlio a concentrarsi sullo stato emotivo di un’altra persona e a immaginare come possa sentirsi in quella precisa situazione. La sua alfabetizzazione emotiva può solo giovarne.
Educazione interculturale (come farla)
Diverso non è soltanto chi proviene da un altro Paese (o, nel nostro caso di italiani, anche solo da una regione lontana dalla nostra), ma sicuramente la diversità culturale rappresenta uno dei maggiori ostacoli all’integrazione nel mondo di oggi.
Spesso ci pensa proprio la scuola a svezzare i nostri figli in questo senso: classi eterogenee e variegate sono ormai la norma, con bambini originari di altri Paesi e altri con situazioni di vita e famigliari molto diverse dalle proprie. C’è sempre qualcosa che si può fare a casa, però, in maniera coinvolgente e divertente: ecco come fare educazione interculturale tra le mura domestiche.
Educazione alla diversità, cosa dice la legge
Di diversità e inclusione si parla nientemeno che nella Costituzione Italiana. L’art. 3 non ammette fraintendimenti: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, 👮♂️ senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Anche la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea difende il diritto all’uguaglianza, così come la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e alcune leggi italiane sulla scuola. In Italia, dunque, la scuola non è solo invitata a combattere pregiudizi e disuguaglianze, è proprio obbligata a farlo per legge. E deve anche promuovere percorsi educativi volti a valorizzare le differenze tra gli individui. Un motivo in più per impegnarsi anche in ambito famigliare all’educazione dei propri figli alla diversità. 🏳️🌈