Capitoli
- Che cos’è l’eco-ansia
- Che cos’è la solastalgia
- Sintomi dell’eco-ansia
- Ansia dei cambiamenti climatici bambini
- Eco-ansia nei bambini: come aiutarli
Le grandi preoccupazioni associate ai cambiamenti climatici e agli imminenti disastri ambientali stanno portando sempre più persone a soffrire di eco-ansia.
I più colpiti sono bambini e adolescenti, che vedono il proprio futuro in un mondo sempre più inquinato e inospitale.
È ancora possibile per i bambini d’oggi vivere un’infanzia spensierata senza venire schiacciati dal peso degli avvenimenti attuali? Esiste un modo per sfuggire all’ansia da cambiamento climatico?
Che cos’è l’eco-ansia
Pur non essendo riconosciuta dagli psicologi come un vero e proprio disturbo della psiche, l’eco-ansia potrebbe essere la malattia che più contraddistingue la nostra epoca storica. Si tratta dello stato d’ansia legato alla paura cronica dei cambiamenti climatici, che stanno così duramente colpendo il nostro pianeta.
Scioglimento dei ghiacci, inquinamento, alluvioni e incendi incontrollati 🔥 sono sulle news ogni giorno, provocando ai soggetti più sensibili uno stato di ansia e preoccupazione costante, amplificato dal fatto di sentirsi impotenti davanti ad avvenimenti di questa portata.
Che cos’è la solastalgia
L’eco-ansia è strettamente legata alla solastalgia, termine coniato nel 2003 dal filosofo australiano Glenn Albrecht. Glenn, insieme ad un gruppo di psicologi, ha inventato questo neologismo osservando gli effetti della massiccia estrazione di carbone nell’isola di Nauru, in Micronesia, sulla popolazione locale.
A causa della terribile frustrazione per la distruzione della loro terra, gli abitanti di Nauru cominciarono a soffrire di disturbi d’ansia e depressione. Un tempo persone felici con uno stile di vita a stretto contatto con la natura, oggi i nauruani sono tra i popoli più malati e obesi nel mondo e la maggior parte di loro non supera i 60 anni.
La parola solastalgia deriva dal latino solacium (conforto) e dal greco algia (dolore). Si potrebbe tradurre con “nostalgia del conforto”, in questo caso il conforto della propria “casa”, distrutta e violata da eventi sui quali non si ha controllo.
Un po’ come la saudade brasiliana, la solastalgia è un sentimento che si può presentare anche solo al pensiero di cambiamenti futuri. Per esempio, si prova solastalgia quando si pensa di poter perdere la propria casa (nel senso di luogo in cui si vive) a causa dello sfruttamento senza controllo al quale abbiamo sottoposto il pianeta negli ultimi 70 anni.
Sintomi dell’eco-ansia
Cosa succede esattamente a chi soffre di eco-ansia? I sintomi fisici sono gli stessi di qualsiasi altro disturbo d’ansia: nausea, mancanza di appetito, stanchezza, vertigini, sudorazione eccessiva, fino ad arrivare agli attacchi di panico.
Le conseguenze sulla mente e sul comportamento invece possono essere:
Senso di impotenza
Davanti a problemi ambientali così importanti è facile sentirsi piccoli e impotenti. Certo, ognuno deve fare la propria parte per limitare i danni all’ecosistema, per esempio facendo la raccolta differenziata ♻️, risparmiando l’acqua e mangiando meno prodotti animali. Purtroppo però, tutte queste azioni, per quanto fondamentali, non producono risultati osservabili nell’immediato e non servono quindi a farci sentire più tranquilli e meno ansiosi.
Paura dell’ignoto
La paura dell’ignoto è qualcosa che gli adolescenti conoscono bene. Ne hanno a che fare quando devono prendere decisioni importanti, come la scelta dell’università.
A queste scelte già complesse si aggiunge il pensiero di un futuro poco prevedibile e a tratti spaventoso 😥. Se, come dicono gli scienziati, fra pochi anni ci troveremo davanti a migrazioni climatiche di massa, mancanza d’acqua da un lato e innalzamento dei mari dall’altro, i nostri figli avranno problemi ben più gravi che finire gli esami in tempo.
La faccenda è talmente seria che, secondo una ricerca dell’Università di Bath, quattro giovani su dieci hanno paura di fare figli, proprio a causa del climate change. La ricerca ha intervistato un campione di 10.000 giovani tra i 16 e i 25 anni, appartenenti a dieci paesi diversi. Sempre secondo questo studio, il 50% degli intervistati si sentiva triste, ansioso, arrabbiato, impotente e colpevole.
Rabbia
La frustrazione e la rabbia dei giovani si concentra soprattutto nei confronti dei governanti che, secondo loro, non fanno abbastanza per risolvere i problemi dell’ambiente. Ma anche nei confronti delle generazioni precedenti, in primis quella dei boomers, che ha vissuto in un’epoca di prosperità economica senza pensare che tutto ha un prezzo e che quello del loro consumismo lo avrebbero pagato le generazioni future.
Depressione e sconforto
Davanti a queste emozioni negative di rabbia, frustrazione e impotenza, ci sono due modi opposti di reagire: attivarsi al mille per mille per salvare il pianeta, oppure cadere in uno stato di sconforto e depressione.
Spesso i due stadi si susseguono: la prima reazione è quella di essere d’aiuto, si cerca di fare il possibile per ridurre la propria impronta ecologica. Si smette di comprare plastica, si cerca di autoprodurre in casa, si usano mezzi di trasporto ecologici. Alla lunga però, sopraffatti dalle notizie negative, si inizia a pensare che il problema sia troppo grande e che sia troppo tardi per fare qualcosa, passando così dalla speranza alla disillusione. 😞
È anche possibile che succeda il contrario, come nel caso della famosa attivista ambientale Greta Thunberg. Inizialmente Greta era rimasta scioccata dalla notizia dei cambiamenti climatici, tanto che aveva smesso addirittura di mangiare, ma poi, è riuscita a trovare la forza d’animo per trasformare la sua rabbia in un movimento globale per la salvaguardia del pianeta. 🌎
Ansia dei cambiamenti climatici bambini
I bambini sono grandi osservatori e la loro curiosità li porta a porre tante domande, spesso anche riguardanti il pianeta, gli animali e i cambiamenti climatici. Come possiamo noi genitori e insegnanti rispondere con sincerità ma senza causare loro preoccupazioni?
Tentare di tenere i bambini all’oscuro di quello che sta succedendo nel mondo è l’approccio sbagliato, anche perché di cambiamento climatico si parla spesso sia a scuola che in tv.
Ben venga quindi affrontare questi argomenti in famiglia, mantenendo sempre un tono positivo e focalizzandosi più che sui problemi, sulle possibili soluzioni.
Eco-ansia nei bambini: come aiutarli
Proporre soluzioni pratiche
L’ansia ci colpisce quando ci sentiamo in balia dei problemi, senza sapere come affrontarli. Quando iniziamo ad agire, anche con piccoli gesti, piano piano l’ansia diminuisce.
Da dove si parte per risolvere un problema così grave e globalmente diffuso come il cambiamento climatico? Quello che serve sono piccole soluzioni pratiche applicabili giornalmente.
Piantare un albero, andare a scuola in bicicletta, raccogliere le firme per una petizione, sono piccoli gesti che aiutano i bambini a sentirsi in controllo della salute del pianeta. Contribuire (anche se in piccolo) alla cura del pianeta, fa sentire meno impotenti e allevia i sintomi di ansia e stress.
Passare del tempo in natura
Vivendo in città bambini e ragazzi sono costantemente esposti ai problemi legati a inquinamento, sovraffollamento e cementificazione. Passare del tempo a contatto con la natura 🌳 è indispensabile per ristabilire il loro equilibrio emotivo e per recuperare fiducia nel futuro. Porta tuo figlio a visitare qualche riserva naturale o una realtà di allevamento/coltivazione sostenibile. Per esempio, partecipate insieme a una spedizione di raccolta rifiuti in spiaggia o in un bosco. Mostragli che l’essere umano non è in grado solo di distruggere ma anche di fare del bene, e che vivere in armonia con l’ambiente è possibile. 🐢
I bambini sono particolarmente colpiti dai danni che il riscaldamento globale causa agli animali. Sapere che elefanti 🐘 e orsi polari rischiano l’estinzione a causa del comportamento umano può essere molto dura per loro. Ecco perché è importante mantenere viva nei loro cuori la speranza che sia sempre possibile cambiare le cose in meglio. 🌈
Ascoltare notizie positive
La comunicazione di giornali e trasmissioni televisive è fin troppo spietata nel ricordarci quanto il cambiamento climatico sia ormai inevitabile e irreversibile.
Personalmente, non sono d’accordo con questo tipo di messaggio. Credo che affossare l’umore delle persone con la narrativa del “Non c’è più niente da fare” sia controproducente, e che sia importante mantenere un clima positivo di collaborazione, affinché i cambiamenti futuri vengano affrontati con energia creativa.
Soprattutto per i bambini, credo che mantenere un approccio positivo sia fondamentale. Ecco perché consiglio di ascoltare ogni giorno una buona dose di notizie positive sull’ambiente. Sul sito del WWF ogni mercoledì è possibile leggere tre notizie positive sul clima. ☀️
Non tutto dipende dalle nuove generazioni
Va bene responsabilizzare i bambini riguardo la salvaguardia dell’ambiente con piccoli gesti quotidiani, ma attenzione a non andare troppo oltre e fargli credere che il futuro del pianeta dipenda completamente dalle loro azioni. È importante che i bambini capiscano che non tutto è sulle loro spalle e che ci sono molte persone, come scienziati e ricercatori, che ogni giorno lavorano per ideare piani e soluzioni per risolvere il problema dei cambiamenti climatici.
Prendere parte a movimenti ecologici
“L’unione fa la forza” non è solo il solito detto, ma una grande verità, soprattutto quando si parla di crisi climatica.
Il movimento globale dei Fridays For Future ha dato voce e speranza a milioni di giovani in tutto il mondo. Partecipare ad iniziative di questo tipo, aiuta a sentirsi parte attiva della soluzione al problema e allevia il sentimento di solitudine tipico dei giovani d’oggi.
Inoltre, scendere in piazza uniti nel perseguimento di un obiettivo comune è anche un modo per confrontarsi con gli altri e favorire la nascita di nuove idee per la salvaguardia del pianeta. 🤝