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Mio figlio parla in dialetto: benefici del dialetto nell'apprendimento

Capitoli

  1. Differenza tra lingua e dialetto
  2. I bambini che parlano dialetto parlano male l’italiano?
  3. È possibile confondere dialetto e italiano?
  4. I benefici del dialetto


Parlare dialetto è un bene o un male per i bambini? C’è il rischio di fare confusione con l’italiano, mescolando le due lingue? Scopriamolo insieme.

Differenza tra lingua e dialetto

 

Quali sono le differenze tra italiano e dialetto? In realtà nessuna, dal punto di vista linguistico. Entrambe sono classificate come lingue, ma la distinzione tra una e l’altra sta nell’importanza sociale. L'italiano è la lingua ufficiale dello Stato, parlata uniformemente in tutto il paese, mentre i dialetti sono lingue locali e minoritarie (cioè parlate da un minor numero di persone).

I dialetti sono storpiature dell’italiano?

Proprio perché parlati da meno abitanti, i dialetti sono spesso ritenuti delle lingue di “serie B”, o delle storpiature dell’italiano. 🤭

Questa definizione è profondamente ingiusta, considerando che i dialetti (come il sardo, il lombardo o il napoletano) sono lingue sviluppatesi direttamente dal latino e quindi sorelle dell’italiano. L’italiano che parliamo oggi infatti è solo una delle tante lingue nate nella penisola italiana. La nostra lingua moderna non è altro che l’evoluzione del dialetto toscano del 1300, che per ragioni storiche e politiche è stato adottato come standard della lingua nazionale. 🇮🇹

Dialetti o varianti dell’italiano?

Nel panorama linguistico italiano c’è un po’ di confusione attorno al termine “dialetto”. Si tende infatti a chiamare con questa parola sia i vari dialetti che le varianti regionali dell’italiano. Queste ultime si distinguono dai dialetti perché non sono lingue autonome ma semplici variazioni della lingua italiana (spesso dovute proprio all’influenza dei dialetti). Un esempio di variante locale è l’italiano fiorentino, che pronuncia la lettera “h” aspirata, o il famoso romanesco, con la sua “l” che muta in “r”.

 

I bambini che parlano dialetto parlano male l’italiano?

 

C’è un grande equivoco che porta molti genitori a pensare che parlare il dialetto in casa possa causare ai figli problemi o ritardi nel parlare bene in italiano. Niente di più sbagliato. Come abbiamo visto, i dialetti regionali sono lingue vere e proprie, perciò un bambino piccolo che viene esposto contemporaneamente sia all’italiano che al dialetto è un bambino che cresce bilingue.

Molti studi dimostrano che i bambini che in casa parlano due o più lingue contemporaneamente non solo non hanno problemi a distinguere tra le due, ma sviluppano anche capacità cognitive migliori dei bambini monolingue. Una ricerca recente, svolta dal professore Napoleon Katsos dell’Università di Cambridge, ha dimostrato che gli stessi benefici si verificano quando una di queste lingue è un dialetto.

Il fatto che il dialetto venga classificato come lingua “meno importante” dalla società non impedisce al cervello di beneficiare degli stessi vantaggi generati da un altro tipo di bilinguismo. Parlare in dialetto (come qualsiasi altra seconda lingua) aiuta tuo figlio a concentrarsi meglio, aumenta le sue capacità di adattamento e lo protegge da alcune malattie degenerative come demenza e Alzheimer 🧠.

 

È possibile confondere dialetto e italiano?

 

L’unica occasione in cui un bambino potrebbe avere difficoltà con l’italiano a causa del dialetto è quando in casa si fanno dei miscugli tra le due lingue. Mi spiego meglio: quando ero piccola passavo molto tempo con la nonna materna, mia nonna ha sempre e solo parlato dialetto veneto ma con me e i miei fratelli si sforzava di parlare in italiano, con un risultato che in famiglia definivamo scherzosamente “smisiato” (unendo la parola veneta smisià all’italiano “mescolato”). Una fusione appunto, in cui alcune parole dialettali prendevano desinenze italiane e viceversa (vi lascio immaginare la confusione 😱).

Soprattutto quando in casa si hanno bambini piccoli (sotto i 3 anni) è importante mantenere le lingue separate: un genitore parlerà solo in italiano e l’altro solo in dialetto (o solo in inglese, francese, tedesco, ecc…). Solo in questo modo il bambino crescerà perfettamente bilingue senza alcun problema a distinguere tra le due. 

 

I benefici del dialetto

 

Possiamo affermare quindi (con il supporto della scienza) che parlare il dialetto con i nonni è più che salutare. Ecco tutti i benefici che ne derivano. 👇

Maggiore sviluppo cognitivo

Spiccata intelligenza emotiva, ottime doti di concentrazione, capacità di adattamento e una mente aperta: sono solo i più comuni tra i vantaggi osservati dagli scienziati nei bambini che crescono bilingui. Poco importa che la seconda lingua sia ufficiale o minoritaria.

Ricchezza culturale

Non ci dimentichiamo che apprendere una lingua non è solo un modo per allenare il cervello, ma anche per conoscere un nuovo mondo, fatto di persone, usanze, cibi diversi. I dialetti italiani sono una fonte ricchissima di informazioni sul nostro passato. Ci raccontano come vivevano i nostri nonni e bisnonni, com’era il territorio un tempo e ci trasmettono i valori culturali del passato. I dialetti siciliani, ad esempio, sono ricchi di termini riguardanti il mare e la pesca 🐠, quelli veneti hanno un vasto vocabolario vinicolo 🍇, in Puglia esistono vari proverbi sull’olio d’oliva.

I dialetti sono lingue antiche che riflettono la realtà di un tempo; continuare a parlare queste lingue significa conoscere a fondo le nostre origini di popolo italiano.

Facilità ad apprendere nuove lingue

In seguito alle tante dominazioni passate ad opera di spagnoli, francesi, greci e altri popoli europei, i dialetti italiani sono stati contaminati da molte lingue straniere. Ecco perché nel dialetto brianzolo la mela si chiama “pòmm” 🍎 (dal francese pomme) e in napoletano la colomba è “palomma” (dallo spagnolo paloma) 🕊.

Di conseguenza, un bambino che cresce bilingue italiano-dialetto valdostano, ad esempio, sarà sicuramente avvantaggiato nell’imparare il francese come terza lingua.