COMPORTAMENTO, ALTRI CONSIGLI

Parlare al bambino nel pancione in gravidanza serve davvero?

Capitoli

  1. Cosa sente il feto quando la mamma parla
  2. Quando il feto inizia a sentire la voce della mamma?
  3. Quando iniziare a far ascoltare musica al feto
  4. Parlare al bambino nella pancia: perché farlo


Parlare o non parlare? Mozart o Bach? Si può essere indecisi in tema di parlare al pancione durante la gravidanza. Uno studio, però, ha dimostrato che il feto ci sente. E anche bene, se stimolato nella giusta maniera.

pregnancy

 

Cosa sente il feto quando la mamma parla

 

Parole dolci, ninne nanne, canzoncine. Al pancione, durante la gravidanza, si cerca di fare ascoltare di tutto e di più. 🎧 Ma ha senso farlo? E se sì, perché? Esiste un modo di farlo migliore degli altri? 

Fermo restando il fatto che molte mamme parlano al pancione perché si sentono bene a farlo - e questo è già di per sé un buon motivo per farlo! - può essere utile sapere se ci sono basi scientifiche e prove a favore dell’una o dell’altra tesi.

Partiamo da lui, il feto: il protagonista indiscusso dei 9 mesi di gravidanza di una donna! Pur essendo dentro all’utero, è lui che comanda. Influenza scelte, azioni e comportamenti, come quello di cui stiamo parlando: parlare al pancione. 🤰

Si sa per certo che i feti reagiscono ai suoni provenienti dall’esterno, si sa anche, però, che non sono ovviamente in grado di comprendere quanto viene loro detto. Si tratta di impostare un tipo di comunicazione all’interno della quale la voce è solo uno degli elementi, accanto al tatto: toccare delicatamente il pancione, magari mentre gli si parla, è altrettanto importante. 

 

Quando il feto inizia a sentire la voce della mamma?

 

Il feto è un laboratorio in continuo sviluppo, per così dire. L’orecchio prende forma tra la decima e la ventiquattresima settimana, momento in cui il senso dell’udito vero e proprio “nasce”, grazie al collegamento tra gli organi di senso (l’orecchio) e la corteccia cerebrale. 🧠

Bisogna inoltre fare distinzione tra la capacità di udire i suoni e quella di udire la voce della mamma o del papà: quest’ultima ha infatti un’intensità molto minore in termini di decibel, è normale dunque che il feto faccia più fatica a sentirla.

Uno studio eseguito all’Institut Marquès di Barcellona, una clinica specializzata in fecondazione assistita, ha evidenziato come il feto reagisca ai suoni già a partire dalla 16esima settimana di gestazione. Questo, probabilmente, in virtù delle vibrazioni prodotte dalle onde sonore.

Lo stesso studio ha poi sottolineato la differenza di reazione del feto ai suoni sentiti attraverso il pancione o tramite uno speciale riproduttore inserito nella vagina della mamma. In questo secondo caso l’ascolto era migliore e le reazioni del feto molto più accentuate. Ciò che ha scoperto lo studio è molto interessante: esposti alla musica, i feti sembravano “cantare”! 👨‍🎤

Parte di loro, infatti, tiravano fuori la lingua dalla bocca e muovevano quest’ultima come a volere, appunto, cantare. Tutti muovevano braccia e gambe in reazione alla musica. 

 

Quando iniziare a fare ascoltare musica al feto

 

Prima di andare a comprare uno stereo potente e mettere il pancione vicino a una delle casse, però, c’è qualcosa da sapere. 🎚️ Certo, fare ascoltare musica al feto fa bene, ma bisogna farlo nel momento giusto e nella maniera più opportuna.

Si può iniziare già a partire dalle 24 settimane, con un’accortezza particolare per quanto riguarda proprio al volume: no a suoni forti che possono fare spaventare il bimbo nella pancia. Sì a volumi contenuti, non troppo perché, come ha dimostrato lo studio spagnolo, la pancia fa comunque da barriera e attutisce i suoni.

Che tipo di musica fare ascoltare al bambino durante la gravidanza? Anche in questo caso ci pensa la scienza a consigliarci: sì alla musica classica per cercare di sfruttare l’effetto Mozart, in base a quale l’ascolto di questo tipo di musica favorirebbe lo sviluppo del ragionamento spaziale.

Ma sì alla musica classica anche perché, in virtù dei suoi battiti al minuto, ha un potere rilassante sul nostro organismo (e anche su quello in evoluzione del feto) che si manifesta in un abbassamento degli ormoni dello stress e un innalzamento delle endorfine. Un po’ come una sessione di yoga! 🧘

 

Parlare al bambino nella pancia: perché farlo

 

Insomma, parlare al bambino nella pancia ha senso? Sì. Al di là anche di quello che dice la scienza. Parlare al feto rientra nell’ambito dell’educazione prenatale: eh sì, il rapporto con i nostri figli inizia poco dopo il concepimento, ben prima che vengano al mondo. E così anche i nostri doveri educativi nei loro confronti.

Parlare al bambino nella pancia fa bene perché:

  • Permette ai genitori di costruire un legame con il nascituro. Quello che gli inglesi chiamano “bonding” e che fa in modo che dopo il parto non ci si ritrovi tra le mani… un perfetto sconosciuto! 👶

  • Permette al feto di iniziare a familiarizzare con i suoni dell’ambiente in cui si troverà. Per questo motivo è bene che tutti parlino al pancione: mamma, papà, zii, nonni… Anche il neonato, così, si sentirà meno “perso” appena venuto al mondo 👽

  • La stimolazione neurologica precoce tramite l’udito pare favorire l’apprendimento delle lingue straniere durante la crescita 💡

  • La voce della mamma tranquillizza il feto, allo stesso modo delle carezze al pancione