STORIE E CONSIGLI DEI TUTOR GOSTUDENT

Come preparare la prima lezione perfetta: intervista ad Anna Cro

Nelle Storie di GoStudent raccontiamo esperienze vere. L’ospite del giorno è Anna Cro, una nostra tutor.

Anna nasce in Italia, si trasferisce in Scozia durante l’adolescenza, per poi tornare nuovamente in Italia. Lavora come traduttrice, editor, scrittrice di romanzi e, ovviamente, tutor GoStudent. Nell’intervista di oggi Anna ci svela trucchi e segreti del suo metodo di insegnamento.

 

Anna, parlaci un po’ di te…

Ciao! Sono Anna, o meglio Crazy Scottish Lady, il personaggio con cui insegno. Sono laureata in lingue e letterature straniere moderne e sono una filologa, cioè mi occupo della parte più scientifica delle materie umanistiche. Sono una cittadina del mondo (ho già traslocato 10 volte!) e questo mi ha dato la possibilità di conoscere tanti aspetti del nostro mondo, diventato ormai piccolissimo.

Quali sono i tuoi trucchi nell’insegnamento?

Non sono un mago, ma qualche trucco in tasca posso dire di averlo dopo trent’anni di insegnamento. In primo luogo la flessibilità, una dote che deriva proprio dal fatto di aver viaggiato molto. Si dice: “Posto che vai regole che trovi”, e la stessa cosa vale con gli allievi: per ogni studente ci vuole un diverso metodo di insegnamento. L’insegnante deve essere in grado di cogliere debolezze, paure e motivazioni di ogni allievo e trasformare tutto ciò in fantastici punti di forza.

Che cos’è per te una “lezione perfetta”?

La lezione perfetta non esiste, o meglio, ce ne sono tanti tipi. Ogni studente ha degli obiettivi diversi quindi la lezione perfetta è quella che risponde maggiormente alle aspettative dello studente. L’esperienza dell’insegnante serve proprio a quello: stabilire un percorso su misura.

La cosa più importante è entrare in sintonia con lo studente e non imporre né un punto di vista né un metodo di insegnamento. Una lezione efficace deve terminare con un sorriso sia sul viso dello studente (che ha la sicurezza di aver trovato una persona attenta alle sue esigenze), sia sul viso dell’insegnante, che si sente utile all’allievo.

Una mia regola fondamentale è mai avere una lezione che si concentra esclusivamente sui punti di debolezza, altrimenti diventa frustrante. Talvolta è lo studente a chiederlo, ma io non lo accontento mai fino in fondo, almeno gli ultimi 5/10 minuti è indispensabile dedicare la lezione a un argomento in cui lo studente ha delle capacità migliori.

Parlaci di qualche imprevisto capitato durante le tue lezioni…

Mi è capitato di tutto! Per esempio l’allievo che mi dice all’ultimo minuto (cioè a lezione iniziata) di che cosa vuole parlare.

Gli imprevisti sono naturali, mi piace dire che “È imprevisto che non capitino imprevisti”, la cosa importante è mantenere il sorriso. Per me il sorriso è un modo di comunicare all’allievo che comunque va tutto bene.

Cosa ti piace particolarmente del lavoro di insegnante?

Io insegno perché mi piace il rapporto che si sviluppa con le persone, sia quando si tratta di una relazione particolarmente positiva, sia quando si genera invece un rapporto conflittuale. 

Mi piace proprio il fatto che ogni ora sia diversa dall’altra, perché ogni persona è diversa dall’altra. In trent’anni ho collezionato storie di amicizie bellissime ma anche studenti che sono entrati e usciti dalla mia vita come meteore. Insegnare è un lavoro estremamente umano e sempre diverso, mai monotono.

Anche se le materie che insegno sono sempre le stesse, il modo in cui le devo presentare cambia. Per esempio, al momento sto insegnando l’italiano a un bambino che ha appena insegnato a scrivere in un’altra lingua; non potendo per forza di cose usare un libro, abbiamo inventato insieme un bellissimo gioco da tavolo. Con ogni allievo imparo ad insegnare in una maniera diversa.

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