APPRENDIMENTO DIGITALE, TREND EDUCATIVI

Bring your own device (BYOD): perché portare i dispositivi a scuola

Capitoli

  1. Cosa vuol dire bring your own device (BYOD)
  2. BYOD scuola: vantaggi 
  3. Bring your own device: svantaggi
  4. Come gestire la classe con il BYOD

 

Bring your own device, letteralmente significa porta il tuo dispositivo e indica che gli studenti possono portare un dispositivo mobile a scuola a scopi didattici, come previsto dal Piano nazionale scuola digitale del Miur.

L’idea è quella di sovrapporre all’aula fisica, un ambiente virtuale che aiuti gli studenti a imparare meglio, in modo personalizzato, interattivo e consapevole. Sulla carta tutto questo è bellissimo, ma non tiene conto di alcune difficoltà tecniche e sociali e una grandissima fonte di distrazione: i social media.

Nel pensare a 25 adolescenti che portano il proprio dispositivo in classe, di sicuro non sfuggirà agli insegnanti un problema di gestione della classe legato proprio al rapporto viscerale che tutti notiamo tra i giovani e i social network. Possibile che una chat o un video virale possano bloccare in qualche modo la modernizzazione della didattica? 

Naturalmente no. 😎

Allora prima di offrire qualche suggerimento per la gestione della classe è bene capire quali sono i pro e i contro del bring your own device.

byod-significato-vantaggi-svantaggi-e-gestione-della-classe

Cosa vuol dire bring your own device (BYOD)

 

In breve, il bring your own device a scuola è una politica che prevede che gli studenti possano usare il proprio dispositivo personale in classe per accedere all’apprendimento digitale.

Non più solo libri, schede didattiche e quaderni in classe, ma anche un tablet, per esempio, con cui accedere a video, audio e un ambiente di lavoro online. Praticamente si avrebbe un’aula virtuale nella classe reale.

 

BYOD scuola: vantaggi

 

Quando ogni studente porta il proprio dispositivo in classe, le lezioni prendono una piega multimediale: si possono usare app educative per imparare giocando, approfondire le conoscenze, lavorare in squadra o rivedere ciò che non si è capito bene. 

Ogni gruppo o singolo studente può soffermarsi su un argomento in ogni momento, anche a casa sfruttando il materiale didattico digitale a disposizione.

Con il BYOD si può applicare la didattica ibrida: gli studenti che si trovano in classe e quelli a casa possono lavorare insieme in Google Classroom o qualunque sistema di gestione dell’apprendimento (LMS, learning management system) adottato.

Il mondo didattico e l’approfondimento sono tutti a portata di clic. 🖱️

 

Bring your own device: svantaggi

 

Proprio questo mondo a portata clic introduce i maggiori svantaggi del BYOD che toccano tre ambiti in particolare:

Sono soprattutto gli insegnanti di scuola ad avere qualche difficoltà con l’suo della tecnologia nella didattica. Prima di attivare la politica del BYOD è bene, quindi, che le scuole facciano dei corsi di formazione sulla didattica digitale integrata

Con tutti i dispositivi allacciati alla rete della scuola, aumentano i problemi legati alla sicurezza dei sistemi di amministrazione scolastici. Quel che più interessa, se non ci sono delle limitazioni i tuoi figli sono esposti ai rischi di internet. Inoltre, come evitare le distrazioni delle app personali presenti nel dispositivo dello studente? Tra Facebook, Tik Tok, Telegram, Instagram, le distrazioni non mancano! 🤪

L’ultimo elemento svantaggio, che non è da poco, è che non tutti gli studenti hanno la possibilità di acquistare un dispositivo mobile. Non tutti i dispositivi poi, sono adatti ai programmi che si usano in classe, e questo genera non solo problemi tecnici ma anche esclusione nei confronti degli studenti più svantaggiati.

 

Come gestire la classe con il BYOD

 

Per poter introdurre il bring your own device in classe è fondamentale cercare di limitarne gli aspetti negativi e massimizzare quelli positivi.

Per prima cosa, quindi, bisognerebbe formare gli insegnanti non solo su come usare la tecnologia, ma anche su come applicare nuove metodologie didattiche più interattive. 

Il passo successivo è capire quali sono i bisogni degli studenti sia rispetto alle competenze digitali sia sulla possibilità delle famiglie di dare loro un dispositivo mobile.

All’interno delle competenze informatiche rientra anche la sicurezza su internet. Prima di attivare il BYOD è importante che i ragazzi sappiano:

  • Come proteggere la propria identità digitale
  • Come usare le fonti di internet autorevoli, riconoscendo le fake news
  • Come rispettare i compagni, evitando episodi di cyberbullismo

Per venire incontro agli studenti in difficoltà le scuole possono attivare dei voucher, dei prestiti di tablet per permettere a tutti, senza esclusione, di partecipare a una lezione interattiva in classe.

Non dimentichiamo il fattore social media: con un buon supporto tecnico la rete scolastica può adottare dei firewall che impediscono di usare questo tipo di app. 

La differenza la fanno gli studenti, che impareranno a distinguere app ricreative e app didattiche, e gli insegnanti, che impareranno a integrare gli aspetti positivi dei social network nella propria aula virtuale.

Il tutto deve essere ispirato a un nuovo modo di fare lezione: non sono tanto i video, gli audio, i quiz che si possono svolgere nell’aula virtuale a fare la differenza. 

Il BYOD introduce “fisicamente” il concetto che la didattica è partecipazione, scambio, interazione tra insegnanti e studenti, mondo fisico e mondo virtuale.

f