Capitoli
- Didattica ibrida: significato e a cosa serve
- Differenza tra apprendimento ibrido e apprendimento misto
- Esistono dei modelli di apprendimento ibrido?
- Didattica ibrida: le difficoltà degli insegnanti
- Come mettere in pratica la didattica ibrida
Mai come in questo momento storico, dove parte degli studenti non possono frequentare le lezioni, la scuola italiana ha bisogno di aggiornare la propria offerta pedagogica applicando nuovi modelli. La didattica ibrida è uno di questi. Cosa significa esattamente apprendimento ibrido e perché è fondamentale che le scuole lo mettano in pratica?
👇Ne parliamo in questo articolo.
Didattica ibrida: significato e a cosa serve
La didattica ibrida è un approccio metodologico che crea un ponte tra un ambiente di apprendimento fisico e uno virtuale. Detto in parole semplici, significa che le lezioni si svolgono sia in classe sia online, contemporaneamente. 🤔
Nella didattica ibrida si uniscono spazi fisici e virtuali, strumenti cartacei e digitali. Si mette al centro lo stile di apprendimento dello studente, offrendogli la possibilità di scegliere come imparare usando diversi supporti multimediali come video, audio, infografiche. Lo studente può imparare sperimentando, imparare dagli altri, imparare riflettendo.
A cosa serve la didattica ibrida? 💡
L’ambiente di apprendimento degli studenti è per definizione la propria classe, con i propri compagni e insegnanti.
L’emergenza sanitaria che ancora stiamo vivendo ci ha aperto un altro modo di imparare, la didattica a distanza, DAD. Ormai anche questa modalità di apprendimento è entrata a far parte del nostro quotidiano.
Quando le scuole sono chiuse gli insegnanti offrono agli studenti la possibilità di imparare tramite l’aula virtuale, le videoconferenze o semplici schede che inviano tramite una classe su Google Classroom o il registro elettronico. Nei primi mesi della pandemia, tutto questo veniva fatto anche tramite Whatsapp, pur di non interrompere la didattica. 💪
Oggi, non ci sono più lockdown nazionali o locali. Con le nuove regole per la quarantena, che scattano dopo due, tre contagi a partire dalla scuola primaria, passando per le medie e le superiori, gli istituti scolastici rimangono praticamente sempre aperti per gli studenti vaccinati.
Gli studenti, però, continuano ad assentarsi per motivi sanitari e allora cosa si fa, quando due o tre ragazzi sono a casa o la metà della classe over 12 non è vaccinata? Si possono perdere ore di lezione magari per settimane? La risposta, non può che essere negativa, visto che gli insegnanti ormai, hanno assimilato il concetto di didattica digitale integrata. 🥳
Ma come gestire gli studenti che in parte sono in aula e in parte sono a casa?
La risposta è nella didattica ibrida che serve proprio a permettere agli insegnanti di offrire possibilità di apprendimento contemporaneamente agli studenti in aula e agli studenti da casa.
Differenza tra apprendimento ibrido e apprendimento misto
Se le lezioni si svolgono in classe e online, allora stiamo parlando di didattica mista? Tecnicamente no. Come spiega Marco Dominici nel suo libro “Il digitale e la scuola italiana”, l’apprendimento misto è una pratica, mentre la didattica mista è una metodologia di insegnamento che usa diverse pratiche e processi.
Proviamo a spiegarlo in maniera più semplice. Nell’apprendimento misto le lezioni si svolgono in parte in aula e in parte online. Magari si va a lezione in classe, poi a casa l’insegnante assegna dei compiti da svolgere e consegnare su Google Classroom, dopo aver visualizzato un testo, un audio o un video caricato nell’aula virtuale. 🤓
Nell’apprendimento ibrido gli studenti si trovano contemporaneamente in due ambienti di apprendimento diversi: durante la stessa lezione alcuni sono in classe, con l’insegnante, e altri seguono da casa, collegati in videoconferenza.
La portata dell’apprendimento ibrido sta proprio nel dare agli studenti la possibilità di scegliere come frequentare le lezioni. Chi può e vuole segue in aula, chi non può o non ne ha la possibilità può comunque garantirsi un’istruzione e una formazione, seguendo da remoto.
Il punto è come pianificare una lezione che vada bene ai due gruppi di studenti e come coinvolgerli nell’apprendimento? 🤔
Esistono dei modelli di apprendimento ibrido?
Ad oggi non esistono dei modelli di apprendimento ibrido standardizzati. Trattandosi di un terreno nuovo, ci sono molte proposte da parte di docenti della scuola e dell’università che sperimentano modelli e li condividono con il resto del mondo. 🌍
Alcune pratiche, però, sono già molto diffuse perché prendono spunto dai modelli pedagogici tradizionali legati al costruttivismo (imparo tramite il rinforzo positivo), al cognitivismo (imparo rielaborando e riflettendo) e alla teoria sociale (imparo dagli altri) per citarne alcuni.
La verità è che è l’insegnante a dover inventare dei modelli di apprendimento ibrido in base alle esigenze dei propri studenti. In genere, ci possono essere questi scenari di apprendimento ibrido:
- Gli studenti online e in classe seguono la stessa lezione e interagiscono tra di loro durante la lezione
- La classe è divisa in due gruppi con gli studenti online che lavorano tra di loro e quelli in aula che cooperano senza interagire con l’altro gruppo
- Gli studenti in aula e quelli online fanno a turno a seguire in classe e online
- I due gruppi di studenti seguono percorsi diversi, lavorando a un progetto, senza interagire tra loro
Didattica ibrida: le difficoltà degli insegnanti
Il primo scenario è sicuramente quello più complesso perché l’insegnante deve progettare un percorso che valga per tutti gli studenti. Inoltre, deve essere in grado di gestire contemporaneamente chi è in classe e chi è a casa.
Per riuscire a far collaborare i due gruppi mettendo al centro le esigenze dello studente è importante che ci siano gli strumenti per la DAD per poter collaborare in classe. Si può usare un computer con proiettore o la LIM per collegarsi con gli studenti da casa e condividere file, libri di testo digitali, video, audio e altri file multimediali come le presentazioni realizzate dagli insegnanti.
Secondo le direttive del Ministero dell’istruzione è possibile che gli studenti portino a scuola il proprio dispositivo, che sia un portatile o un tablet (ma non lo smartphone) per poter dare vita alla didattica digitale integrata. Se ognuno ha il proprio dispositivo si può lavorare a un progetto anche con chi è a distanza. Alla fine dei lavori, si può fare una presentazione del proprio operato a tutta la classe.
Come mettere in pratica la didattica ibrida
L’apprendimento ibrido è la possibilità di continuare a offrire la didattica contemporaneamente a chi è in classe e chi è a casa, sfruttando la multimedialità dell’apprendimento interattivo, l’interazione tra pari, i lavori di gruppo e tenendo sempre a mente la centralità dello studente.
Perché è importante applicarla nelle scuole, subito? 🤔
Perché non si tratta di una risposta passeggera a una situazione, quella pandemica, eccezionale. Si tratta, invece, di una nuova metodologia didattica che permetterà a tutti gli studenti di continuare a imparare in maniera attiva, indipendentemente dalle condizioni di salute, geografiche, personali, ambientali e sociali.