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Pride month: cos’è? Come è nato? (calendario pride)

Capitoli

  1. Mese del pride: come nasce?
  2. Calendario del pride month
  3. Perché festeggiare il pride month?

 

Giugno è il mese dell’orgoglio gay: te ne sarai accorto dalle grafiche arcobaleno che spuntano ovunque (anche su Instagram!) e dalle colorate manifestazioni che, magari, invadono le strade della tua città. Ma cos’è il pride month? Quali sono le date del gay pride? Scoprilo in questo articolo!

pride

Mese del pride: come nasce?

 

Giugno, mese dell’orgoglio gay: una cosa che ormai, anche in Italia, non sfugge nemmeno ai più disattenti, considerata la grande risonanza che gli eventi del pride month hanno su tutti i mezzi di informazione. 🏳️‍🌈

Non tutti sappiamo però come è nato il mese del pride e quando ha avuto origine questa coloratissima ricorrenza. Anche se parlare di ricorrenza, al singolare, è quasi fuori luogo visti i due mesi di festa quasi ininterrotta che caratterizzano l’estate del pride! 🥳

Ad ogni modo, se eri convinto fosse una festa recente, frutto delle battaglie degli anni scorsi in favore dell’allargamento dei diritti alla comunità LGBTQIA+, ti dovrai ricredere: il mese del pride nasce in quella favolosa epoca di rivoluzioni sociali che sono stati gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.

E se te lo stai chiedendo… 🤔 ecco cosa significa la sigla LGBTQIA+:

  • L = lesbica
  • G = gay
  • B = bisex
  • T = transgender
  • Q = queer
  • I = intersex
  • A = asessuale
  • + = tutti gli altri orientamenti e identità di genere esistenti ma non ancora riconosciuti

Ma torniamo alla nostra lezione di storia. 🤓 Quando e come è nato il gay pride? Lo scenario è quello dell’America di fine anni Sessanta, nello specifico il Greenwich Village di New York. Allo Stonewall Inn, locale-ritrovo della comunità gay della città, la polizia fa irruzione per l’ennesima volta. 😔

Nelle intenzioni della comunità gay di New York, però, deve essere anche l’ultima. 😠 Retate, pestaggi e arresti erano infatti all’ordine del giorno e la volontà delle persone era quella di mettere la parola fine a questo barbaro trattamento. Ecco perché il giorno seguente alla retata allo Stonewll Inn in centinaia scesero in strada a manifestare: il primo gay pride della storia!

Era il 28 giugno 1969: per questo motivo giugno è diventato negli anni seguenti il mese del gay pride. La manifestazione si concluse… con una mega rivolta. 🙈 Ma il movimento aveva preso inizio: l’anno seguente, nel 1970, si tennero analoghe manifestazioni in altre città degli Stati Uniti. Il movimento del pride si era messo in moto e… nessuno l’ha più fermato! 🎉

 

Calendario del pride month

 

Sei pronto a scendere in strada a festeggiare il pride month? 🪅 Come vedremo più sotto, Ci sono tanti validi motivi per partecipare a questa manifestazione. Anche senza essere omosessuali o bisex (a proposito: scopri come parlare di sessualità ai bambini). 

Innanzitutto, potrebbe servirti per capire meglio da chi è composta la comunità LGBTQIA+. Magari tuo figlio ha problemi con l’identità di genere - cosa per niente rara in questo momento storico - o forse, ancora, hai deciso di crescere tuo figlio secondo un approccio genderless e ti chiede lui/lei di andare al pride.

Sia come sia, non c’è dubbio che vedere con i propri occhi di cosa si tratta è spesso la soluzione migliore: anche in questo caso, partecipare a un pride può essere la soluzione migliore per comprendere le dimensioni del problema (la rivendicazione dei diritti) e capire quante persone lottano ancora ogni giorno per non essere “calpestate” dalla società. ❌

Dunque prendi carta e penna: le manifestazione del pride month sono molte, e durano ben più di un mese! Sei ancora in tempo per partecipare a molti cortei. 🗓️

Ecco il calendario del pride month con tutte le città dove si terrà la manifestazione:

  • 3 giugno 2023: Trento Dolomiti Pride, Padova Pride, Pavia Pride
  • 10 giugno 2023: Avellino Irpina Pride, Cuneo Pride, Foggia Puglia Pride, Dolo Pride, Genova Liguria Pride, Lecco Pride, Pordenone FVG Pride, Roma Pride, Messina Pride
  • 17 giugno 2023: Bari Pride, Bergamo Pride, Catania Pride, La Spezia Pride, Mantova Pride, Parma Pride, Torino Pride, Treviso Pride, Varese Pride
  • 24 giugno 2023: Cagliari Sardegna Pride, Chieti Abruzzo Pride, Milano Pride, Palermo Pride, Perugia Umbria Pride, Taranto Pride, Venezia Laguna Pride
  • 25 giugno 2023: Reggio Emilia Pride
  • 1 luglio 2023: Bologna Rivolta Pride, Egadi Pride, Lecce Salento Pride, Napoli Pride, Ragusa Pride, Siracusa Pride
  • 8 luglio 2023: Firenze Toscana Pride, Latina Lazio Pride, Verona Pride,
  • 15 luglio 2023: Belluno Pride
  • 22 luglio 2023: Matera Pride, Reggio Calabria Pride
  • 29 luglio 2023: Campobasso Molise Pride
  • 2 settembre 2023: Brescia Pride
  • 9 settembre 2023: Taormina Pride
  • 16 settembre 2023: Monza Brianza Pride e Scafati Pride.

 

 

Perché festeggiare il pride month?

 

Ed eccoci al dunque. Una scusa per far festa? 🤹‍♂️ Un “baraccone” ambulante da guardare con la stessa curiosità che si ha per il circo? No, il gay pride non è niente di tutto ciò. Innanzitutto dobbiamo ricordarci che è un’occasione di manifestazione pacifica sociale per rivendicare diritti per chi ancora non ce li ha.

Questo può già essere un motivo per unirsi alla colorata marea di gente: se credi che tutti debbano avere uguali diritti, la tua sarà una voce in più al fianco di quelle della comunità LGBTQIA+. 🌈 La bandiera arcobaleno è anche un simbolo di pace: ☮️ dove c’è rispetto per tutti, non può esserci guerra. 

Infine, da sempre il gay pride è anche un momento di pura espressione della libertà individuale: qualunque sia la tua identità, il tuo genere, il tuo orientamento sessuale, il tuo aspetto e via dicendo, hai diritto di essere te stesso. E hai diritto a essere rispettato. 💚 Ecco tre buoni motivi per festeggiare il pride month: anche il mondo della moda si è unito ai festeggiamenti, ora… manchi solo tu!

 

Omofobia (e discriminazioni di genere)

Nel 2023, l'associazione Ilga Europe, che si occupa dei diritti LGBT+ e opera presso l'ONU, ha classificato l'Italia al 34° posto su 49 paesi europei per le politiche a tutela dei diritti umani e dell'uguaglianza delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT+).

Questo dato è stato confermato dai preoccupanti dati forniti dalla linea di aiuto Gay Help Line relativi al 2022. Dai dati emerge che l'omofobia e la transfobia non accennano a diminuire, e l'impatto sociale negativo della violenza e delle discriminazioni sulle persone LGBT+ è in crescita. Le persone transgender sono le più colpite, con un aumento delle segnalazioni che rappresentano il 14,7% dei contatti, soprattutto tra i giovani e gli adolescenti.

Delle persone assistite, il 41,6% subisce violenza omofobica o transfobica in famiglia dopo aver fatto coming out, e il 31,6% delle vittime sono giovani tra gli 11 e i 26 anni.

Il 15% dei minori LGBT+ è vittima di maltrattamenti familiari prolungati nel tempo, caratterizzati da un aumento della violenza. Questi maltrattamenti includono la reclusione in casa, l'assenza dalla scuola, i tentativi di conversione, il controllo e la violenza verbale e fisica. Nel 5,7% dei casi, il bullismo omofobico o transfobico ha portato all'abbandono scolastico. Solo uno studente transgender su cinque ha ottenuto il riconoscimento del proprio genere e il diritto di utilizzare un nome e pronomi congruenti nella documentazione scolastica.

Il 17% dei giovani che hanno contattato la Gay Help Line racconta di aver subito la perdita di sostegno economico da parte dei familiari. La maggior parte di loro è stata abbandonata, compromettendo il loro percorso di studio e formazione. Solo il 10% dei circa 400 casi di giovani LGBT+ cacciati di casa riesce a trovare ospitalità in case famiglia protette. Queste strutture accolgono le persone LGBT+ e offrono supporto per superare il trauma subito e raggiungere l'autonomia attraverso la formazione e la ricerca di lavoro.

Nel 12,6% dei casi, la violenza e la discriminazione omofobica o transfobica hanno causato emarginazione sociale e difficoltà abitative anche tra le persone più anziane (fino a 70 anni). Le risposte del sistema di accoglienza alle conseguenze sociali dell'omotransfobia sono ancora insufficienti, soprattutto per le persone transgender.

Il 12% delle segnalazioni riguarda aggressioni, molestie e atti di odio omofobico o transfobico in luoghi pubblici o sul posto di lavoro, scatenati dalla visibilità delle vittime. Solo il 38% delle vittime di aggressione si è recato in pronto soccorso per le lesioni riportate e nella maggior parte dei casi non ha denunciato di essere stata vittima di violenza a causa del fatto di essere LGBT+.