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Giugno è il mese dell’orgoglio gay: te ne sarai accorto dalle grafiche arcobaleno che spuntano ovunque (anche su Instagram!) e dalle colorate manifestazioni che, magari, invadono le strade della tua città. Ma cos’è il pride month? Quali sono le date del gay pride? Scoprilo in questo articolo!
Mese del pride: come nasce?
Giugno, mese dell’orgoglio gay: una cosa che ormai, anche in Italia, non sfugge nemmeno ai più disattenti, considerata la grande risonanza che gli eventi del pride month hanno su tutti i mezzi di informazione. 🏳️🌈
Non tutti sappiamo però come è nato il mese del pride e quando ha avuto origine questa coloratissima ricorrenza. Anche se parlare di ricorrenza, al singolare, è quasi fuori luogo visti i due mesi di festa quasi ininterrotta che caratterizzano l’estate del pride! 🥳
Ad ogni modo, se eri convinto fosse una festa recente, frutto delle battaglie degli anni scorsi in favore dell’allargamento dei diritti alla comunità LGBTQIA+, ti dovrai ricredere: il mese del pride nasce in quella favolosa epoca di rivoluzioni sociali che sono stati gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.
E se te lo stai chiedendo… 🤔 ecco cosa significa la sigla LGBTQIA+:
- L = lesbica
- G = gay
- B = bisex
- T = transgender
- Q = queer
- I = intersex
- A = asessuale
- + = tutti gli altri orientamenti e identità di genere esistenti ma non ancora riconosciuti
Ma torniamo alla nostra lezione di storia. 🤓 Quando e come è nato il gay pride? Lo scenario è quello dell’America di fine anni Sessanta, nello specifico il Greenwich Village di New York. Allo Stonewall Inn, locale-ritrovo della comunità gay della città, la polizia fa irruzione per l’ennesima volta. 😔
Nelle intenzioni della comunità gay di New York, però, deve essere anche l’ultima. 😠 Retate, pestaggi e arresti erano infatti all’ordine del giorno e la volontà delle persone era quella di mettere la parola fine a questo barbaro trattamento. Ecco perché il giorno seguente alla retata allo Stonewll Inn in centinaia scesero in strada a manifestare: il primo gay pride della storia!
Era il 28 giugno 1969: per questo motivo giugno è diventato negli anni seguenti il mese del gay pride. La manifestazione si concluse… con una mega rivolta. 🙈 Ma il movimento aveva preso inizio: l’anno seguente, nel 1970, si tennero analoghe manifestazioni in altre città degli Stati Uniti. Il movimento del pride si era messo in moto e… nessuno l’ha più fermato! 🎉
Calendario del pride month
Sei pronto a scendere in strada a festeggiare il pride month? 🪅 Come vedremo più sotto, Ci sono tanti validi motivi per partecipare a questa manifestazione. Anche senza essere omosessuali o bisex (a proposito: scopri come parlare di sessualità ai bambini).
Innanzitutto, potrebbe servirti per capire meglio da chi è composta la comunità LGBTQIA+. Magari tuo figlio ha problemi con l’identità di genere - cosa per niente rara in questo momento storico - o forse, ancora, hai deciso di crescere tuo figlio secondo un approccio genderless e ti chiede lui/lei di andare al pride.
Sia come sia, non c’è dubbio che vedere con i propri occhi di cosa si tratta è spesso la soluzione migliore: anche in questo caso, partecipare a un pride può essere la soluzione migliore per comprendere le dimensioni del problema (la rivendicazione dei diritti) e capire quante persone lottano ancora ogni giorno per non essere “calpestate” dalla società. ❌
Dunque prendi carta e penna: le manifestazione del pride month sono molte, e durano ben più di un mese! Sei ancora in tempo per partecipare a molti cortei. 🗓️
Ecco il calendario del pride month con tutte le città dove si terrà la manifestazione:
- 3 giugno 2023: Trento Dolomiti Pride, Padova Pride, Pavia Pride
- 10 giugno 2023: Avellino Irpina Pride, Cuneo Pride, Foggia Puglia Pride, Dolo Pride, Genova Liguria Pride, Lecco Pride, Pordenone FVG Pride, Roma Pride, Messina Pride
- 17 giugno 2023: Bari Pride, Bergamo Pride, Catania Pride, La Spezia Pride, Mantova Pride, Parma Pride, Torino Pride, Treviso Pride, Varese Pride
- 24 giugno 2023: Cagliari Sardegna Pride, Chieti Abruzzo Pride, Milano Pride, Palermo Pride, Perugia Umbria Pride, Taranto Pride, Venezia Laguna Pride
- 25 giugno 2023: Reggio Emilia Pride
- 1 luglio 2023: Bologna Rivolta Pride, Egadi Pride, Lecce Salento Pride, Napoli Pride, Ragusa Pride, Siracusa Pride
- 8 luglio 2023: Firenze Toscana Pride, Latina Lazio Pride, Verona Pride,
- 15 luglio 2023: Belluno Pride
- 22 luglio 2023: Matera Pride, Reggio Calabria Pride
- 29 luglio 2023: Campobasso Molise Pride
- 2 settembre 2023: Brescia Pride
- 9 settembre 2023: Taormina Pride
- 16 settembre 2023: Monza Brianza Pride e Scafati Pride.
Perché festeggiare il pride month?
Ed eccoci al dunque. Una scusa per far festa? 🤹♂️ Un “baraccone” ambulante da guardare con la stessa curiosità che si ha per il circo? No, il gay pride non è niente di tutto ciò. Innanzitutto dobbiamo ricordarci che è un’occasione di manifestazione pacifica sociale per rivendicare diritti per chi ancora non ce li ha.
Questo può già essere un motivo per unirsi alla colorata marea di gente: se credi che tutti debbano avere uguali diritti, la tua sarà una voce in più al fianco di quelle della comunità LGBTQIA+. 🌈 La bandiera arcobaleno è anche un simbolo di pace: ☮️ dove c’è rispetto per tutti, non può esserci guerra.
Infine, da sempre il gay pride è anche un momento di pura espressione della libertà individuale: qualunque sia la tua identità, il tuo genere, il tuo orientamento sessuale, il tuo aspetto e via dicendo, hai diritto di essere te stesso. E hai diritto a essere rispettato. 💚 Ecco tre buoni motivi per festeggiare il pride month: anche il mondo della moda si è unito ai festeggiamenti, ora… manchi solo tu!
Omofobia (e discriminazioni di genere)
Nel 2023, l'associazione Ilga Europe, che si occupa dei diritti LGBT+ e opera presso l'ONU, ha classificato l'Italia al 34° posto su 49 paesi europei per le politiche a tutela dei diritti umani e dell'uguaglianza delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT+).
Questo dato è stato confermato dai preoccupanti dati forniti dalla linea di aiuto Gay Help Line relativi al 2022. Dai dati emerge che l'omofobia e la transfobia non accennano a diminuire, e l'impatto sociale negativo della violenza e delle discriminazioni sulle persone LGBT+ è in crescita. Le persone transgender sono le più colpite, con un aumento delle segnalazioni che rappresentano il 14,7% dei contatti, soprattutto tra i giovani e gli adolescenti.
Delle persone assistite, il 41,6% subisce violenza omofobica o transfobica in famiglia dopo aver fatto coming out, e il 31,6% delle vittime sono giovani tra gli 11 e i 26 anni.
Il 15% dei minori LGBT+ è vittima di maltrattamenti familiari prolungati nel tempo, caratterizzati da un aumento della violenza. Questi maltrattamenti includono la reclusione in casa, l'assenza dalla scuola, i tentativi di conversione, il controllo e la violenza verbale e fisica. Nel 5,7% dei casi, il bullismo omofobico o transfobico ha portato all'abbandono scolastico. Solo uno studente transgender su cinque ha ottenuto il riconoscimento del proprio genere e il diritto di utilizzare un nome e pronomi congruenti nella documentazione scolastica.
Il 17% dei giovani che hanno contattato la Gay Help Line racconta di aver subito la perdita di sostegno economico da parte dei familiari. La maggior parte di loro è stata abbandonata, compromettendo il loro percorso di studio e formazione. Solo il 10% dei circa 400 casi di giovani LGBT+ cacciati di casa riesce a trovare ospitalità in case famiglia protette. Queste strutture accolgono le persone LGBT+ e offrono supporto per superare il trauma subito e raggiungere l'autonomia attraverso la formazione e la ricerca di lavoro.
Nel 12,6% dei casi, la violenza e la discriminazione omofobica o transfobica hanno causato emarginazione sociale e difficoltà abitative anche tra le persone più anziane (fino a 70 anni). Le risposte del sistema di accoglienza alle conseguenze sociali dell'omotransfobia sono ancora insufficienti, soprattutto per le persone transgender.
Il 12% delle segnalazioni riguarda aggressioni, molestie e atti di odio omofobico o transfobico in luoghi pubblici o sul posto di lavoro, scatenati dalla visibilità delle vittime. Solo il 38% delle vittime di aggressione si è recato in pronto soccorso per le lesioni riportate e nella maggior parte dei casi non ha denunciato di essere stata vittima di violenza a causa del fatto di essere LGBT+.