STORIA & GEOGRAFIA

Festa della liberazione: origini e significato

Capitoli

  1. Cosa si festeggia il 25 aprile?
  2. Giornata della liberazione: dal fascismo alla resistenza
  3. Festa della liberazione italiana: cosa accadde il 25 aprile?

 

La Festa della liberazione cade il 25 aprile e, insieme alla festa della Repubblica del 2 giugno, è una delle feste nazionali più significative dello stato italiano. Ultimamente, però, viene così tanto accompagnata da polemiche e distinguo che quasi sfugge la questione più importante: cosa si festeggia con la Festa della liberazione?

In questo breve racconto, ripercorriamo le origini della Festa della liberazione e il suo significato.

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Cosa si festeggia il 25 aprile?

 

Il 25 aprile si festeggia la Festa della liberazione dell’Italia dall’occupazione straniera nazista e dai fascisti. Il periodo è quello della seconda guerra mondiale a cui l’Italia partecipa formalmente dal 10 giugno 1940 come parte dell’asse con la Germania nazista di Hitler e il Giappone. 

In quel periodo in Italia, vige il regime autoritario di Benito Mussolini che si è instaurato con la marcia su Roma nell’ottobre del 1922 e con la complicità del debole Statuto albertino, la costituzione passata dal Regno sabaudo a quello dell’Italia unita nel 1861. 

La data del 25 aprile 1945 segna la fine del regime fascista e dell’occupazione tedesca in Italia. Fu proposta nel 1946 dall’allora capo del governo provvisorio italiano, Alcide De Gasperi, in ricordo della giornata in cui Milano, Torino e altre città si liberarono dal nazifascismo. Questa data diventa il simbolo del passaggio dell’Italia da paese dell’Asse e occupato, a paese alleato e finalmente libero di ricostruirsi. 

La legge 269 del 1949 istituisce formalmente il 25 aprile come festa nazionale della liberazione. Ma come si è passati dal fascismo alla liberazione?

 

Giornata della liberazione: dal fascismo alla resistenza

 

Il fascismo in Italia fu attivamente al potere dal 1922, quando Mussolini fu nominato primo ministro dietro minaccia, al 25 luglio 1943, quando il re Vittorio Emanuele III fece destituire Mussolini dal Gran Consiglio del Fascismo. Mussolini fu messo in prigione e il generale Pietro Badoglio, ex capo di stato maggiore e viceré d’Etiopia, prese il suo posto fino al 1944. 

Badoglio firmò un armistizio con gli alleati anglo-americani che erano sbarcati in Sicilia. Era il 3 settembre 1943 e l’Italia, di fatto, abbandonava l’asse stabilito con la Germania e il Giappone nel 1936.

A questo punto ci furono due eventi contrastanti. 

Da una parte, l’esercito tedesco, che prima era alleato, iniziò a occupare il territorio italiano, liberò Mussolini dalla prigione di Campo Imperatore, in Abbruzzo, e lo portò a Nord della Pianura. Qui Mussolini stabilì la Repubblica sociale italiana, conosciuta anche come Repubblica di Salò, mentre il re Vittorio Emanuele e il generale Badoglio si trovavano a Sud, insieme all’Alleanza anglo-americana.

Dall’altra, iniziò a nascere un movimento di liberazione, la Resistenza che consisteva in uomini e donne civili, chiamati partigiani che si prepararono a liberare l’Italia dall’occupazione nazista e dal fascismo. I partigiani erano espressione di diversi partiti politici che durante il fascismo erano vietati, visto che dal 1925 esisteva il partito unico, quello fascista appunto. 

Nonostante fossero ben organizzati, i partigiani non potevano affrontare un esercito regolare. Per questo si nascondevano per lo più nelle zone montuose e attaccavano le forze nazi-fasciste con atti di guerriglia.

Contemporaneamente, gli alleati avanzavano verso nord e progressivamente, riuscirono a raggiungere la linea gotica che attraversava la Pianura Padana e oltre la quale si trovavano l’esercito tedesco e la Repubblica di Salò.

 

Festa della liberazione italiana: cosa accadde il 25 aprile?

 

Il 10 aprile 1945 il Partito comunista, che coordinava i partigiani della brigata Garibaldi, diede l’ordine di sferrare l’attacco definitivo, alla conquista delle grandi città. Il Comitato di liberazione nazionale alta Italia, CLNAI, ordinò l’insurrezione generale

Bologna fu liberata dai partigiani e dagli alleati tra il 19 e il 21 aprile. Il 24 aprile il Comitato di liberazione nazionale proclamò lo sciopero generale. Quando gli alleati arrivarono a Milano il 25 aprile, la città era stata liberata dai partigiani. Lo stesso giorno fu liberata anche Torino.

Il 25 aprile, con i partigiani nella città di Milano e gli alleati alle porte, Mussolini tentò di fuggire travestito da soldato tedesco. Fu invece catturato, processato e fucilato dai partigiani il 28 aprile 1945.

In pochi giorni tutta l’Italia venne liberata. L’8 maggio 1945 si arrese la Germania e il 2 settembre 1945 cadde anche l’ultima potenza dell’asse, il Giappone su cui un mese prima erano state sganciate due bombe atomiche a Hiroshima e Nagasaki.

La resa del Giappone pose definitivamente fine alla seconda guerra mondiale

Per quanto i partiti politici spesso affrontano con polemica la Festa della liberazione, ogni 25 aprile il Presidente della Repubblica, che è il garante della Costituzione, ricorda qual è il significato di questa festa: rispetto per i caduti da parte delle forze di liberazione e occupanti e celebrazione dei principi di libertà e democrazia, che sono alla base dello stato italiano.