COMPORTAMENTO

Soft skills: significato

Capitoli

  1. Cosa sono le soft skills?
  2. Quali sono le soft skills più richieste
  3. Dove scrivere le competenze personali nel curriculum
  4. Come coltivare le competenze trasversali


Spesso sottovalutate, ma estremamente importanti nel mondo del lavoro odierno, le soft skills (o competenze personali) sono il vero asso nella manica da giocare ai colloqui di assunzione.

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Cosa sono le soft skills?

 

Per soft skills si intendono tutte quelle competenze personali non direttamente legate al lavoro, ma che completano il profilo di un candidato. Si contrappongono alle hard skills, cioè le competenze di tipo tecnico.

Se prendiamo ad esempio un insegnante di matematica, le sue hard skills saranno la conoscenza dei numeri e l’abilità di utilizzare tecniche di insegnamento efficaci. Invece, le sue soft skills potrebbero essere l’empatia, la capacità di ascolto e ottime doti comunicative.

Immagina infatti se tuo figlio avesse a che fare con un insegnante di matematica burbero, chiuso e incapace di comunicare: non il massimo, giusto?

In questo caso, le hard skills sono necessarie ma non sufficienti a definire un buon insegnante. Per questa professione le soft skills sono altrettanto importanti, se non di più. 💪

Ecco perché possedere questo tipo di capacità trasversali può fare la differenza tra ottenere o meno un posto di lavoro. Tra due candidati che presentano le stesse capacità tecniche, il datore di lavoro sceglierà quello con le soft skills più adatte a quella posizione.

 

Quali sono le soft skills più richieste?

 

Benissimo quindi evidenziare le proprie capacità relazionali, comunicative e organizzative durante un colloquio, ma quali e quante soft skills è bene inserire nel curriculum vitae?

Molto dipende dalla posizione per cui si desidera candidarsi. Alcuni lavori a contatto con il pubblico richiedono personale cordiale ed empatico, altre professioni più tecniche richiedono organizzazione e capacità di problem-solving.

Ecco una lista delle competenze più richieste negli ambienti di lavoro. 👇 

Intelligenza emotiva

Intelligenza emotiva (o quoziente emozionale) è un termine relativamente nuovo, che ha iniziato a diffondersi dopo il 1995 in seguito alla pubblicazione del libro “Intelligenza Emotiva: Che cos'è e perché può renderci felici” di Daniel Goleman.

L’intelligenza emotiva va oltre l’empatia. È la capacità di sentire e comprendere le proprie emozioni e quelle altrui, ma, allo stesso tempo, di usarle per raggiungere determinati obiettivi. 🎯

Avere un’intelligenza emotiva sviluppata permette di instaurare ottimi rapporti con i colleghi, contribuendo alla creazione di un ambiente lavorativo piacevole e costruttivo.

Adattabilità

Nel 2021 il mondo cambia molto velocemente e nei lavori del futuro sarà sempre più raro ricoprire lo stesso ruolo per cinque, dieci, vent’anni. La tecnologia evolve e modifica tutto ciò che conosciamo, per questo, una delle doti più ricercate nei prossimi anni sarà la capacità di adattarsi e imparare velocemente. 🙇‍♂️

L’adattabilità è la peculiarità dei multipotenziali e racchiude in sé tante altre soft skills come curiosità, determinazione, apertura mentale e resilienza.

Un dipendente flessibile, capace di spaziare tra diversi compiti e motivato ad intraprendere nuove sfide è un acquisto prezioso per ogni azienda.

Capacità di lavorare in gruppo

Sono moltissimi gli ambienti di lavoro in cui si lavora in gruppo: dai ristoranti, agli ospedali, agli hotel, agli uffici di vario tipo. 👩‍🍳

Anche a un lavoratore apparentemente autonomo, come il designer, spesso è richiesto di lavorare a contatto con un team di altri professionisti. Ecco perché la capacità di lavorare in armonia all’interno di un gruppo di lavoro è un’abilità estremamente ricercata in qualsiasi campo.

Il lavoro di squadra non è da tutti, occorre mettere da parte il proprio ego e collaborare per raggiungere un obiettivo comune, con la consapevolezza che alcune volte è necessario fare sacrifici per il bene del gruppo.

Comunicazione efficace

Per comunicazione efficace si intende la capacità di trasmettere un messaggio chiaro al proprio interlocutore, non solo attraverso la comunicazione verbale, ma anche con il linguaggio del corpo.

Saper parlare e comunicare bene non è importante solo a scuola, durante le interrogazioni, ma in ogni ambito della vita, sia privata che lavorativa. Se hai visto il film “Il discorso del re”, sai quanto è importante per un buon leader riuscire a comunicare senza paura, coinvolgendo l’interlocutore e mantenendo accesa la sua curiosità.

Inoltre, essere in grado di relazionarsi con colleghi di varie età, gruppi sociali e nazionalità è una dote molto ricercata, soprattutto negli ambienti di lavoro moderni, sempre più eterogenei e multiculturali. 🌎 

Come fare per migliorare le proprie abilità comunicative? Per esempio con l’inglese! Studiare una lingua straniera aiuta a sviluppare la propria comunicazione: per parlare un’altra lingua è necessario ascoltare, interpretare e cercare modi alternativi per esprimere quello che si vuole dire. Un ottimo esercizio oratorio. 😁

Assertività

Sempre nel campo della comunicazione interpersonale, esiste un’altra soft skill molto apprezzata dai datori di lavoro: l’assertività. Di che cosa si tratta? La parola deriva dal latino ad serere, cioè affermare se stessi.

In poche parole, è la capacità di difendere i propri diritti, le proprie esigenze e idee rispettando quelle degli altri, senza offendere o mancare di rispetto a nessuno.

Sembra banale ma non lo è: quante volte ti sei trovato a dover alzare i toni pur di far valere la tua opinione? Una persona assertiva non ne ha bisogno, riesce ad affermare se stessa senza assumere un atteggiamento di aggressività. Un’abilità che vale la pena coltivare sia dentro che fuori l’ufficio.

Cordialità

Le care vecchie buone maniere non sono ancora passate di moda (per fortuna 🙏). Un atteggiamento cordiale e gentile verso il prossimo premia sempre, anche quando si parla di lavoro.

Per tutte le professioni a contatto con il pubblico, infatti, sono indispensabili quelle che gli inglesi chiamano people skills, cioè le doti relazionali, come la pazienza, il sorriso e la diplomazia.

Organizzazione e gestione del tempo 

A parlare di organizzazione del tempo, salta subito in mente una segretaria alle prese con l’agenda degli appuntamenti del dentista 🦷. In realtà, le capacità di organizzazione e gestione del tempo riguardano tutti, dagli studenti ai freelance, ai grandi capi d’azienda.

Il tempo, si sa, è denaro, e saperlo gestire bene significa ottimizzare risorse e guadagni 💰.

Finora abbiamo parlato di lavoratori dipendenti, ma anche nel caso di liberi professionisti come i nomadi digitali l’organizzazione è indispensabile per portare a termine il lavoro. Immagina ad esempio un travel blogger: durante una settimana di viaggio dovrà produrre fotografie e articoli per il suo blog, postare sui social network, pianificare tappe ed escursioni e curare i contatti per eventuali collaborazioni. Il tutto sarebbe impossibile da realizzare senza delle buone doti organizzative.

Intraprendenza

Un lavoratore intraprendente è ricco di spirito d’iniziativa, è un vulcano di idee e non si lascia abbattere se qualcosa non va, ma cerca sempre una soluzione alternativa. Una personalità di questo tipo è una perla rara per l'azienda, perché in grado di stimolare anche le persone attorno a sé, incoraggiando a una competizione positiva. 🏆

Problem-solving

Si potrebbe chiamare anche semplicemente creatività. L’abilità di problem-solving infatti è legata alla capacità di uscire dagli schemi e guardare un problema da una diversa prospettiva. Ogni settore lavorativo ha bisogno di menti analitiche in grado di escogitare soluzioni nel minor tempo possibile.

Dimostrare di possedere questa dote non è semplice durante un colloquio, ma potrebbe essere utile parlare al datore di lavoro di eventuali problemi incontrati nei lavori precedenti e di come si è arrivati ad una soluzione efficace. 

 

Dove scrivere le competenze personali nel curriculum

 

A questo punto, spero di averti convinto dell’importanza che hanno le soft skills per il futuro lavorativo di tuo figlio. Ma dove vanno inserite queste voci all’interno del curriculum?

Sicuramente, non vanno semplicemente scarabocchiate sotto alla sezione competenze personali senza nessuna spiegazione.

È importante inserire ogni abilità all’interno del contesto che ha permesso di svilupparla. Ad esempio: “Ottime doti di leadership maturate grazie all’esperienza come capitano della squadra di nuoto”, oppure: “Capacità di lavoro di gruppo sviluppata grazie alla partecipazione a gare di matematica a squadre”.

👉 Durante i colloqui di lavoro, specialmente se si è alle prime esperienze lavorative, spesso i dipendenti delle risorse umane focalizzano il proprio interesse su queste capacità trasversali. Ecco perché è importante essere preparati a rispondere a domande come: "Qual è il tuo punto di forza?” o “Come ti descriverebbero i tuoi amici?”, cercando di mettere in luce tutte le proprie qualità migliori.

👉 IMPORTANTE: non inventare! Fingere di possedere abilità che non si hanno non è una buona strategia. Inutile dichiarare di essere persone ordinate e precise quando non si riesce nemmeno a tenere in ordine la propria stanza. Ricorda a tuo figlio che la sincerità premia sempre e che le bugie hanno le gambe corte e vengono velocemente scoperte.

 

Come coltivare le competenze trasversali

 

Forse a tuo figlio sembra di non possedere nessuna di queste capacità personali ma sono sicura che non è così, probabilmente semplicemente non ne è consapevole. Come aiutarlo a scoprirle e a coltivarle? 🌷

La scuola, lo sport e le attività comunitarie sono ottime palestre di vita dove è possibile sviluppare doti relazionali. Gli sport di gruppo come la pallavolo e il basket insegnano il lavoro di squadra e l’assertività, la scuola obbliga a migliorare le proprie doti di time management e comunicazione.

Anche partecipare ad attività di volontariato è un ottimo modo per acquisire delle soft skills.

Aiutare le persone in difficoltà insegna il rispetto della diversità e sviluppa l’empatia nei confronti degli altri.

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