Capitoli
- Parlatore tardivo: cosa significa?
- Bambini che non parlano: quali sono le cause?
- Cosa fare se un bimbo di 20 mesi non parla
- Bambini che non parlano a 2 anni: cosa fare
Tuo figlio parla poco e hai paura che sia un parlatore tardivo? O che stia sviluppando un vero e proprio disturbo del linguaggio? Scopri come affrontare il problema di un bimbo che parla poco a 20 mesi o più.
Parlatore tardivo: cosa significa?
Parlatore tardivo, linguaggio a lenta emergenza, ritardo nella produzione linguistica: ecco alcuni dei termini che possono spaventare i genitori di bimbi che faticano a parlare in maniera fluente durante i primi anni di vita. 👶
Si potrebbe subito obiettare che il linguaggio dei bambini, nei primi anni di vita, ha ben poco di fluente… Ma invece non è affatto così. I bimbi piccoli parlano e parlano anche molto, pur in modo del tutto originale. 🥴 Un bambino piccolo che non parla o parla molto poco è giustamente fonte di preoccupazione per un genitore.
Ma quando ha senso preoccuparsi? È vero che i bambini recuperano da soli il ritardo nel linguaggio accumulato durante i primi anni di vita?
Un parlatore tardivo è un bimbo che mostra un ritardo nello sviluppo del linguaggio pur non presentando disabilità o ritardo cognitivo. Nello specifico, esistono due tipi di parlatore tardivo:
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Bambini che parlano poco e a fatica ma comprendono perfettamente 💡
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Bambini che parlano poco e a fatica e hanno difficoltà anche nella comprensione del linguaggio ❓
Un parlatore tardivo deve sempre preoccupare? No, ma molto dipende dall’età. È vero che molti parlatori tardivi recuperano il ritardo accumulato ma è anche vero che dopo i 3 anni di età circa si devono “tirare le somme” e analizzare con obiettività la situazione del proprio figlio. Se il ritardo persiste, è generalmente il caso di approfondire.
Bambini che non parlano: quali sono le cause?
Innanzitutto chiariamo subito che non è raro che un bambino presenti un ritardo nello sviluppo del linguaggio. 🗣️ Si stima che i parlatori tardivi all’età di 24 mesi siano compresi tra il 10 e il 20% del totale dei bambini. Una discreta quantità!
Ma perché alcuni bambini sono parlatori tardivi e altri, addirittura, non parlano affatto? Escludendo deficit di natura sensoriale o cognitiva 🦻 (sordità, mutismo, ritardo mentale, autismo ecc.) si possono individuare alcuni principali motivi.
Carenze a livello di ambiente
Tutti noi, da bambini, impariamo a parlare in maniera abbastanza spontanea e naturale. Ma ciò non significa che non abbiamo bisogno della giusta stimolazione. Un bambino imparerà a parlare meglio e anche più velocemente se verrà stimolato nella maniera corretta dai genitori 👫 e dalle altre figure presenti nel suo ambiente. Bambini che vengono coinvolti in routine “verbalizzate” (fare la pappa, fare il bagnetto, vestirsi, giocare e via dicendo) ricevono molti stimoli utili a sviluppare un proprio linguaggio.
Traumi e difficoltà affettive
Un bambino con un vissuto emotivo o affettivo difficile 💔 potrebbe reagire anche parlando molto meno del normale. Stiamo parlando di casi-limite ma che, purtroppo, accadono: senza spingerci al punto di parlare di traumi infantili, è sufficiente una situazione emotivamente difficile (un divorzio o una separazione, una situazione famigliare difficile, un allontanamento prolungato dalla madre) per portare un bambino a chiudersi in sé stesso e rifiutarsi di interagire con l’ambiente - e, dunque, parlare come sarebbe normale fare.
Scarsa stimolazione sociale
Affine alla stimolazione ambientale carente, questa motivazione riguarda principalmente i bimbi che non frequentano micro-nido o nido. Bambini che hanno poche interazioni sociali, e che magari sono figli unici, avranno molte meno occasioni di arricchire il proprio vocabolario e cimentarsi nell’uso del linguaggio. 🆎
Cosa fare se un bimbo di 20 mesi non parla
Innanzitutto niente panico. Una statistica che potrebbe tranquillizzarti è la seguente: di tutti i parlatori tardivi e i bambini che non parlano a 20 mesi e più, 🍼 solo all’1,5% viene alla fine diagnosticato un disturbo dello spettro autistico. L’autismo è proprio il primo spauracchio di un genitore di un bimbo che a 20 mesi non parla ancora (o lo fa poco).
Ma c’è di più: circa la metà dei parlatori tardivi, dunque dei bimbi di 20 mesi che non parlano o parlano molto poco, risolve il problema in maniera naturale entro i 36 mesi. 🏆 La maggior parte degli altri bambini lo risolverà entro 48 o massimo 60 mesi (5 anni). Solo meno del 5% dei parlatori tardivi a 20 mesi svilupperà un vero e proprio disturbo del linguaggio.
Questo non è però un buon motivo per non intervenire! Nel nostro articolo sui disturbi del linguaggio vediamo quali sono i migliori metodi per stimolare lo sviluppo del linguaggio in un bimbo parlatore tardivo. La parole d’ordine è solo una, comunque: stimolazione.
Bambini che non parlano a 2 anni: cosa fare
Come capire se tuo figlio parla troppo poco a 2 anni? Un primo segnale è un uso esagerato delle “olofrasi”: significa utilizzare una sola parola al posto di una semplice frase. Potrebbe essere “nanna” al posto di “ho sonno” o “sono stanco”. 🥱
Come intervenire in questo caso? Valgono i consigli visti nel paragrafo qui sopra, ma in linea generale:
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Non abbassarti al suo livello di linguaggio. Non usare il “baby talk”, non parlare come fa lui: usa vocaboli ed espressioni corrette quando parli con lui, a rischio di sembrare… un saputello! 🤓
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Approfitta di canzoni e filastrocche. 🎵 La musica è piacevole e divertente e mentre cantate assieme… lui sente nuove parole e si esercita a ripeterle
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Non ridere mai di lui e delle parole che dice. 😢 Rimani impassibile, non correggerlo ma dì la parola corretta in modo che la possa sentire chiaramente
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Spegni la televisione. Sul serio: il rumore di fondo della tv distrae tuo figlio dalla comprensione di ciò che gli stai dicendo e, anche, dalla concentrazione necessaria a produrre il linguaggio 📺