STORIE E CONSIGLI DEI TUTOR GOSTUDENT

Dal banco all’insegnamento: intervista ad Alessandro Toraldo

Nelle Storie di GoStudent parliamo di esperienze vere. In questa intervista abbiamo fatto una chiacchierata con Alessandro (Alex) Toraldo, Tutor of the Year di GoStudent Italia. 

A pochi mesi dal diploma Alex è passato dal banco all’insegnamento online, scoprendo una grande passione per questo lavoro. In questa intervista Alex ci ha raccontato di come è iniziato il suo percorso di insegnante e di quali siano le caratteristiche necessarie per intraprendere questo lavoro.

Cosa rende un bravo insegnante? Quanto è importante mettersi in discussione? 👇

 

Partiamo subito con la prima domanda: come hai conosciuto GoStudent e come sei entrato nella nostra Community di tutor?

Avevo appena finito il liceo e stavo cercando un lavoro che permettesse di mantenermi e di andare a studiare in un’altra città. Ero abbastanza esigente, cercavo un lavoro che non mi facesse sentire il peso del lavoro, qualcosa che potesse aiutare gli altri e lasciare loro qualcosa di me. Una mia amica, che era già in GoStudent, mi parlò di questa realtà in maniera molto positiva ed io molto scettico decisi di fare la prima intervista di gruppo e poi l’onboarding. Devo dire che da maggio ad oggi neanche io ho trovato cose negative su GoStudent!

Vista la tua giovane età (19 anni) e quindi non avendo mai avuto esperienze dirette nell’insegnamento, c’è stata qualche esperienza collaterale che possa averti fatto capire chel'insegnamento poteva essere la tua strada?

Sì, esatto, non ho esperienze dirette nell'insegnamento. Però c’è stata una situazione in cui mi sono reso conto che mi piaceva veramente tanto spiegare agli altri e quindi, in qualche modo, insegnare. Ho frequentato il liceo classico, e si sa che chi va al classico odia la matematica. Io però sono un’eccezione e ricordo che un giorno in classe (eravamo in 30) più o meno 29 persone non erano riuscite a capire nulla di quello che la prof di matematica aveva spiegato. Sono sempre stato dell’idea che tutti possono capire tutto, l’importante è come viene spiegato. Mi misi quindi io a spiegare ai miei compagni di classe e quella fu proprio la prima esperienza di insegnamento. Successivamente praticamente dopo ogni ora di matematica, mi mettevo io a fare lezione in classe appena la prof andava via, permettendomi in primis di capire che era una cosa che mi piaceva tanto e in secondo luogo di mettermi alla prova, cioè di riuscire a spiegare le cose in modo che fossero comprensibili.

Ora, con il senno di poi se dovessi dare dei consigli a dei nuovi potenziali tutor, quali sarebbero? Che cosa suggeriresti?

In primis sono convinto che se tu stesso non hai capito l’argomento, non sei in grado di spiegarlo. 

Il mio primo consiglio è quello di semplificare al massimo. Insegno matematica e fisica, principalmente. Matematica e fisica vengono viste come qualcosa di non semplificabile. Certamente bisogna usare termini tecnici ma nella spiegazione cerco sempre di rendere le cose quanto più semplici possibili. Per fare ciò, uso esempi molto concreti perché fisica e matematica, alla fine, sono concrete. Faccio lo schema di tutti i passaggi da seguire così che tutti i miei studenti abbiano una chiarezza mentale di sapere esattamente quali passaggi seguire.

L'ansia del compito in classe c’è sempre, però sapere esattamente tutti i passaggi da seguire li tranquillizza.

Altra cosa le mie lezioni si adattano allo studente che ho davanti, cioè non faccio le lezioni a prescindere da chi ho davanti, tutte allo stesso modo, ma capisco le difficoltà, il metodo di studio, il modo in cui può comprendere meglio la persona che ho davanti. 

Quindi diciamo che l’importante è andare a personalizzare il percorso per ogni studente…

Sì. Un altro consiglio che posso dare è di coinvolgere. Data la situazione (covid), ho trovato ragazzi che non riescono a seguire attentamente le lezioni. La DAD ha influito moltissimo sui ragazzi. Quello che faccio è coinvolgere lo studente, cioè se vedo che il ragazzo dopo un po’ di tempo è stanco mi fermo, parliamo un po’ e poi ripartiamo con la lezione.

L’insegnamento è un'interazione tra due persone. Non è solo trasmettere le conoscenze, è anche interessarsi all’altra persona.

Un ultimo consiglio: mi assicuro sempre che quello che ho spiegato sia chiaro. Nell'assicurarmi di questo però non chiedo mai allo studente: “hai capito?”, perché al 90% con questa domanda ti risponderanno: “sì”. Questa, per esempio, è una cosa che ho imparato proprio strada facendo. Chiedendo: “hai capito?” stiamo mettendo in discussione lo studente che sente un po’ l’obbligo di rispondere: “sì”. Quindi, invece di chiedere “hai capito?” dico “mi sono spiegato bene? Sono stato chiaro nella spiegazione?”. Metto in discussione me stesso.

Sono aumentate notevolmente le volte in cui mi hanno detto: “no, effettivamente non ti sei spiegato bene.” rispetto a quando chiedevo “hai capito?”.

Quali sono le caratteristiche di un buon insegnante secondo te?

La formazione sicuramente è importante, però la cosa più importante è proprio il modo in cui trasmettiamo le conoscenze. Secondo me ci deve essere tanta empatia, cioè sapersi mettere nei panni dello studente, ed evitare di farlo sentire “sbagliato”. Ad esempio se i miei studenti sbagliano qualche cosa non dico mai: “hai sbagliato”, dico: “bravo o brava, guarda quante cose hai fatto bene, attento però solo a quel segno (se stiamo facendo un equazione ad esempio), come deve essere?”. Non glielo correggo, ci arriviamo insieme, ragionando.

Ultima cosa importantissima è sapersi mettere in discussione. Perché anche il fatto di chiedere “mi sono spiegato?” invece di “hai capito?” è sapersi mettere in discussione. Se partiamo dal presupposto che noi insegnanti abbiamo spiegato bene allora automaticamente stiamo comunicando che è l’altra persona che non sa capire quello che stiamo dicendo. 

Faccio un esempio: stavo facendo lezione a una ragazza su l'area del rettangolo. La ragazza non riusciva proprio a ricordare la formula e il concetto, per cui con la mamma avevamo deciso di passare una lezione su l'area del rettangolo. Ora, se io fossi partito dal presupposto di aver spiegato bene saremmo rimasti al punto di partenza. Invece a un certo punto mi ricordo proprio di essermi fermato pensando: “Se lei non sta capendo significa che sei tu che non glielo stai spiegando bene. Devi trovare un altro modo per spiegarle base per altezza”. Alla fine il modo è stato aprire excel, fare un rettangolo, chiederle di contare quanti quadratini vi fossero. La lezione successiva le chiesi prima di iniziare: “Ma l’area del rettangolo?” E lei ricordandosi del rettangolo mi ha detto: “Base per altezza”. È stata una soddisfazione.

Adesso ti farò una domanda che ci stiamo chiedendo tutti. La tua carriera di insegnante proseguirà o hai in mente di cambiare percorso? 

Rassicuro voi e i miei studenti. 

Non era nei miei piani, nel senso che non avevo mai pensato di fare l’insegnante. Ricordo che una ragazza mi disse un giorno: “Ale, secondo me tu sei proprio bravo come insegnante, perché non lo diventi?” La mia risposta fu: “no”. Mi sono però totalmente innamorato di questo lavoro e voglio assolutamente continuarlo. Per me è un sogno questo lavoro.

Quindi possiamo rassicurare tutti!

Si! La mamma di un ragazzo a cui faccio lezione mi ha detto che ha deciso di proseguire (con le lezioni) per i prossimi 3 anni, poi mi ha guardato e ha detto: “non fare scherzi!”.

Come pensi che GoStudent possa averti aiutato a diventare un’insegnante migliore?

Penso che GoStudent sia proprio il motivo principale per cui sono diventato insegnante. Ho imparato tantissime cose. Mi ha dato l'opportunità di insegnare. Non sono tante le realtà che danno spazio alle competenze più che ai titoli, quindi per me questo è il merito principale di GoStudent: dare opportunità a tutti. 

La laurea dimostra che tu quelle cose le hai apprese e questo nessuno lo mette in discussione, però sapere insegnare è un’altra cosa. Entrano in gioco altri aspetti di cui abbiamo parlato e per me non basta assolutamente una laurea per essere insegnante. Il merito di GoStudent è proprio quello di non richiedere i titoli ma di dare tantissimo peso alle competenze.