Capitoli
- Dall’infanzia all’adolescenza: tra identità e autostima
- Bassa autostima
- Bassa autoefficacia
- Come aumentare l’autostima
Hai presente quell’universale senso di frustrazione che si prova quando si deve montare un mobile IKEA? 😅 Si parte tendenzialmente sempre spavaldi, con l’effimera convinzione di impiegare “massimo un’ora”. 💪 Eppure, già dopo 5 minuti si comincia a sfogliare disperatamente il manuale delle istruzioni per capire perché ci siano soltanto 3 viti da 4 cm al posto di 5. Nel momento in cui, dopo 3 ore di lavoro, ci si rende conto di aver confuso l’anta destra con l’anta sinistra, ci sono due modi per reagire al proprio fallimento: o ci si accanisce contro il manuale delle istruzioni, 🤬 o ci sia autoattribuisce la piena responsabilità di non essere stati in grado di montare l’armadio ADALRIK. 😔
Questo esempio è utile per rendersi conto di quanto il livello di autostima possa modificare il modo in cui affrontiamo situazioni a noi avverse: in questo caso, identificare se stessi come causa del fallimento può essere particolarmente penoso e può rafforzare un’immagine fallimentare di se stessi. ☹️ Un meccanismo del genere può attivarsi molto frequentemente in adolescenza, in quanto si tratta di un periodo nel quale tuo figlio sta ancora mettendo alla prova il proprio valore e la propria competenza. Proprio per questa ragione è importante capire a quali rischi si associa un basso livello di autostima in adolescenza e scoprire quali strategie utilizzare per aumentarne il livello. 👇
Dall’infanzia all’adolescenza: tra identità e autostima
“Benvenuto nell’adolescenza, dove tutte le tue certezze andranno perdute”. 😱 Questo potrebbe essere il disclaimer da far leggere a tuo figlio prima di fargli aprire questo nuovo capitolo della sua vita. Per quanto tu possa aver fatto del tuo meglio per rendere il più indolore possibile questo passaggio, è inevitabile che arrivi quel momento in cui tuo figlio dovrà capire quale sia il suo posto nel mondo. D’altro canto, se fino a quel momento non si è mai veramente allontanato dal suo “posto sicuro” rappresentato dai genitori, i cambiamenti dell’adolescenza lo porteranno a doversi mettere alla prova lontano dalla sua comfort zone. Sarà importante che tu sappia incentivare questo suo desiderio di autonomia: alla fine, si tratta di una fase in cui dovrà far riferimento a tutti gli insegnamenti che gli hai tramandato nel corso dei suoi primi anni di vita. 🤗
Potremmo vedere l’adolescenza come un esame di metà corso nel quale tuo figlio dovrà dimostrare di potercela fare anche senza il tuo aiuto. 💯 Questo neonato bisogno di autonomia è legato al compito fondamentale dell’adolescenza, ovvero, quello di rispondere alla domanda “Chi sono io?”. 🤔 È un compito ben più difficile di un qualsiasi esame di storia, inglese o matematica, ma è essenziale affrontare questo step per costruire un proprio senso di identità. Ma cosa bisogna fare per superare con successo questo compito evolutivo?
Lo psicanalista austriaco Heinz Kohut parlava dell’importanza della formazione e coesione del Sé, un passaggio fondamentale e reso possibile dalle risposte empatiche dei genitori. In pratica, durante l’infanzia tuo figlio ha fatto tesoro di tutte le esperienze positive nelle quali tu hai risposto empaticamente alle sue richieste. Questi episodi hanno avuto la funzione di uno specchio riflettente: tuo figlio, attraverso le tue reazioni, ha avuto un importante feedback delle proprie qualità. Un Sé coeso regola in maniera adeguata l’autostima, lo sviluppo di ambizioni, valori e ideali ed è la base da cui partire per costruire la propria identità in adolescenza.
Abbiamo capito, quindi, che per superare l’esame di metà corso dell’adolescenza bisogna prima aver svolto tutti i compiti dell’infanzia. In quest’ottica, il rapporto che costruirai con tuo figlio sarà cruciale per lo sviluppo della sua capacità di regolare la propria autostima.
Una buona autostima è indispensabile per far fronte alle turbolenze adolescenziali. Pensa solo a quanto possa essere doloroso per tuo figlio sopportare il giudizio dei coetanei senza avere gli strumenti giusti per difendersi?! 😧
Una bassa autostima facilita l’apertura di nuove ferite narcisistiche e complica decisamente il processo di acquisizione dell’identità. Ricordati, quindi, che ogni risposta che darai a tuo figlio nel corso della sua infanzia sarà un tassello fondamentale che gli permetterà di affrontare il proprio futuro: insegnali fin da subito che è normale sentirsi frustrato a causa di un fallimento, ma che, indipendentemente dal risultato, deve essere consapevole delle proprie qualità positive che gli permetteranno di trasformare un momento negativo in un futuro successo. 😊
Bassa autostima
Per riuscire a costruire un senso di identità, bisogna essere in grado di resistere alla marea di fallimenti, delusioni e giudizi che ci sommergono durante l’adolescenza. Per avere successo in questo compito senza subire troppi scossoni bisognerà, come detto in precedenza, aver raggiunto un buon livello di autostima. Sapere che i nostri insuccessi non ci trasformino in dei “falliti” è importante per riuscire ad andare avanti. 💪 Nel caso in cui tuo figlio abbia una bassa autostima, però, diventa tutto più difficile, in quanto la percezione negativa di se stesso e delle proprie qualità potrebbe indurlo a pensare di essere una persona sgradevole o poco interessante per i propri amici. Di conseguenza, i propri fallimenti si tradurranno in un senso di inadeguatezza che rischierebbe di frenarlo di fronte a qualsiasi nuova prova della sua vita. L’autostima rappresenta il livello di valore che ci autoattribuiamo e, di conseguenza, avere un figlio con una bassa autostima significa crescere un ragazzo con una scarsa considerazione del proprio valore.
Un giovane con una bassa autostima continuerà a rimuginare sulle proprie esperienze passate, schiacciato della preoccupazione di non essersi comportato in maniera adeguata o di non essere stato sufficientemente in gamba. È un pensiero potenzialmente autodistruttivo, che può spingere il giovane in un loop nel quale emergerà sempre la sua mancanza di valore e senso di fallimento.
Bassa autoefficacia
Se fino ad ora ci siamo concentrati sul concetto di autostima, è importante dedicare un po’ di spazio ad un altro attributo fondamentale: l’autoefficacia. A cosa ci stiamo riferendo? L’autoefficacia è la propria auto-percezione di competenza, ovvero: le mie abilità sono sufficienti per raggiungere determinati obiettivi? 😔 Vien da sé che, allo stesso modo della bassa autostima, uno scarso livello di autoefficacia può essere particolarmente limitante nel corso dell’adolescenza.
“Perché dovrei tenere un discorso in pubblico, se tanto nessuno mi ascolterebbe? Per quale motivo dovrei scegliere un liceo, se tanto so benissimo che non riuscirei ad ottenere buoni risultati?” Queste sono le classiche domande che potrebbero emergere tra i pensieri di tuo figlio, nel caso avesse un basso livello di autoefficacia. Questa autovalutazione va al di là delle effettive capacità e può essere un freno capace di trattenerlo di fronte a qualsiasi nuova esperienza. Per lui, mettersi alla prova in contesti non conosciuti significherebbe rendere pubblico il fatto di non essere abbastanza bravo: proprio questa paura potrebbe fargli preferire la via più facile, dove i rischi di fallimento sono decisamente minori.
Come aumentare l’autostima
Sappiamo bene che, anche solo il pensiero che il tuo ragazzo possa sentirsi un fallimento, può essere particolarmente doloroso per te. Se stai leggendo questo articolo significa che metti il benessere di tuo figlio al primo posto e, proprio per questo motivo, cercheremo di capire insieme cosa fare per provare ad aumentare suo livello di autostima e autoefficacia. Qui di seguito troverai qualche piccolo consiglio per rendere più facile il tuo intervento. 👇
Ascolto
L’ascolto è una qualità molto importante per un genitore. Se, durante l’infanzia, era piuttosto facile tenere le orecchie ben aperte 👂 per cogliere i pianti e lamenti di tuo figlio, durante l’adolescenza 😭 è decisamente più difficile captare cosa lo stia turbando. Per quanto possa sembrarti spesso schivo o taciturno, tuo figlio ha bisogno di sentirsi ascoltato per rendersi conto che i suoi problemi sono importanti. Dal momento in cui presterai l’orecchio per dare ascolto a ciò che lo affligge, gli darai modo di sfogare parte della sua tensione emotiva e gli darai la possibilità di capire che i suoi problemi non dipendono dal fatto di essere un “fallito”.
Da questo punto di vista è importante non banalizzare mai i temi che porta sul tavolo di discussione: minimizzare tutto e ridurlo a “crisi passeggere” non farà altro che aumentare la sua percezione di inadeguatezza. Tuo figlio potrebbe chiedersi perché una questione così banale lo faccia soffrire così tanto.
Etichette
In una fase in cui tuo figlio è impegnato nel compito di costruire la propria identità, sentirsi affibbiare delle etichette in modo arbitrario potrebbe essere un freno nella progressione di questo compito. Dare un’etichetta può essere molto limitante: tuo figlio potrebbe finire per identificarsi in “il ragazzo timido” o “il ragazzo che va male a scuola”. 🥺 Queste etichette rischierebbero di ancorarlo e non lasciargli spazio per mettersi alla prova. In questi casi è più che normale che emergano pensieri come: “sono timido, è ovvio che non riuscirò mai ad avere tanti amici”.
Parlare con un adolescente
In che modo devi rivolgerti a tuo figlio? Ti stai rivolgendo ad un bambino un po’ cresciuto 👶 o a un giovane adulto 🧓? In realtà, non stai interagendo con nessuna di queste due categorie: un ragazzo nel pieno delle trasformazioni puberali è un adolescente. E, essendo un adolescente, non va né coccolato e straviziato come un bambino, né strattonato a forza dentro problemi “da adulti”. Se ogni fase ha le proprie difficoltà, le proprie crisi, i propri compiti, è importante che anche un adolescente possa dedicare spazio a quelli che sono i temi centrali di questa fase. Cosa succederebbe altrimenti? Da una parte, ci sarebbe il rischio che tuo figlio non sviluppi alcun senso di autostima o autoefficacia, in quanto saprà di poter fare sempre riferimento ai genitori, dall’altro può accadere che, giustamente, trovi le problematiche adulte fuori dalla propria portata e si senta “un fallimento”, non riuscendo né a stare dietro ai problemi degli adolescenti, né a quelli dei grandi.
Un po’ di spazio
Non è un mistero che gli adolescenti cerchino di staccarsi dal cordone ombelicale genitoriale. Se ciò accade, non significa che l’affetto verso di te si sia esaurito magicamente, ❤️ ma vuol dire che, per testare il proprio valore e le proprie competenze, deve cercare uno spazio diverso da quello più confortevole che trova dentro la sua famiglia. Cercare di immischiarsi troppo nella vita privata di tuo figlio rischia di abbattere quelli che sono gli importanti confini tra le esperienze private e le esperienze condivise. Tuo figlio potrebbe domandarsi: come posso capire “chi sono” se, alla fine, devo passare sempre attraverso il giudizio dei miei genitori?”
“Bravo, continua così”
Magari non ci sarebbe nemmeno il bisogno di dirlo, ma, ogni tanto, un complimento può far più che bene. Spesso si passa dall’incensare qualsiasi piccola conquista che i nostri figli fanno durante l’infanzia a ritenere “nulla di speciale” ciò che accade in adolescenza. Eppure, a ben vedere, un adolescente che porta a casa un 5 in matematica ha lo stesso bisogno di sentirsi incoraggiato di un bambino di 6 mesi che pronuncia il suo primo “ba-ba”. 😯 Se non si rafforzano le basi dell'autostima, è difficile puntare a un risultato migliore. Tuo figlio deve imparare a costruire i propri obiettivi attorno alla propria volontà di successo e non unicamente allo scopo di compiacere i propri genitori. Quindi, dire a tuo figlio “Bravo, continua così”, per quanto il risultato raggiunto non sia particolamente clamoroso, può essere importante perché si renda conto di avere le risorse per puntare più in alto.